Plenilunio: ogni mese ha il suo tesoro

 


Con questo post voglio inaugurare una serie di scritti, a cadenza mensile, dedicati al tema del Plenilunio. 
Premetto, che per me, fino a pochi mesi fa, il plenilunio rappresentava unicamente un momento affascinante, essendo da sempre attratta dalla luna (non a caso é anche il nome di mia figlia!) e niente di più.
 Certo, era piacevole osservare la meravigliosa grandiosità di quell'astro, che con la sua luce illuminava l'intera volta celeste. C'era sempre anche un po' di soggezione, quasi una leggera paura, che però non sapevo spiegarmi.
 Da quando ho iniziato a leggere i libri del Maestro Tibetano ( https://dilettasanigoccedidio.blogspot.com/2022/02/le-mie-fonti-di-ispirazione.html Libri blu),

 lentamente, la mia idea sul plenilunio é iniziata a cambiare, sino a diventare il momento cruciale di ogni mese...e ora vi spiego il perché!
 Il primo mito da sfatare sull'argomento, riguarda il fatto che durante i giorni del plenilunio, la luna sia nel punto di maggiore grandezza e che quindi il suo effetto sul nostro pianeta e sugli esseri umani, effetto che molti avvertono anche senza saperne il perché, sia dovuto proprio a questo.



 In realtà le cose non stanno proprio così! Infatti, man mano che la luna si avvicina al plenilunio, si allontana dalla terra. Quindi, il giorno del plenilunio, corrisponde esattamente al giorno di massima distanza della luna dalla terra.
 Questo fa si che proprio in quei giorni, il suo effetto sulla terra e sugli esseri umani, sia indebolito, anziché rafforzato come molti pensano. E grazie a questo, é l'effetto del sole ad essere molto più forte, ed é proprio il sole ad influenzarci di più in quei giorni.
 Ecco perché si dice che siano giorni dalle grandi potenzialità spirituali, proprio perché siamo sottoposti molto di più alle alte energie della nostra grande stella che non solo ci scalda e ci illumina, ma fa molto di più, anche se la maggior parte di noi, non lo sa!

 Sono giorni in cui le energie superiori sono più facilmente avvicinabili, percepibili. Ovviamente ciò che capteremo dipenderà molto dal nostro livello di coscienza, come sempre. 
Quindi, alcuni di noi si accorgeranno soltanto di vaghi sintomi fisici (mal di testa, insonnia o ipersonnia...), altri avranno sbalzi emotivi più o meno evidenti, altri ancora potrebbero avere pensieri ricorrenti o rimuginazioni. Ma per chi possiede un livello di coscienza adeguato e per chi si prepara a quei giorni con consapevolezza e disciplina, conoscendone la potenza e preziosità, si apre la possibilità di ricevere impressioni dall'alto, sotto forma di intuizioni elevate, risposte a domande ricorrenti, nuovi progetti in linea con le proprie missioni o semplicemente (si fa per dire!), comunicazioni importanti per proseguire il Sentiero.
 La preparazione al Plenilunio inizia circa una settimana prima. In particolare, ci si focalizza sui 5 giorni intorno al plenilunio (due giorni precedenti + il giorno del plenilunio + due giorni successivi). 
Nei due giorni precedenti, ci si concentra su un lavoro di preparazione e purificazione dei corpi che potranno accogliere quelle energie. È quindi, consigliato svolgere una vita tranquilla, dormire né troppo né poco, evitare cibi pesanti e a bassa vibrazione (tipo carne), bere molta acqua, evitare gli alcolici, tenere a bada gli sbalzi emotivi, rinunciare a quel pensare continuo e frenetico che ci rigetta nel passato o proietta nel futuro, dedicare del tempo alla preghiera o alla meditazione. L'ideale sarebbe stare nel presente, centrati e ben disposti. 
Il giorno del plenilunio, si consiglia di essere molto presenti nel qui e ora. Se siamo intenzionati a fare un buon lavoro, sarebbe importante conoscere l'ora precisa in cui avverrà il plenilunio stesso. Molti di noi pensano che avvenga solo durante la notte, ma non é così. Potrebbe avvenire in qualsiasi orario, anche del giorno. Se c'è la possibilità di essere svegli e liberi nel momento esatto del plenilunio, é consigliato fare una meditazione, cercando di concentrarsi unicamente sulle energie che in quel momento ci stanno investendo, che ne siamo consapevoli oppure no. 
Se non fosse possibile farlo nel momento esatto, possiamo meditare in un momento qualsiasi di quella giornata; le energie saranno comunque molto potenti. Nei due giorni successivi, ciò che ci viene richiesto é "semplicemente" essere all'erta, ovvero svegli e attenti a tutti quei segnali e messaggi che potrebbero arrivare, anche attraverso i sogni, oppure in meditazione o nei tanti modi diversi e creativi con cui la Vita si manifesta e comunica con noi. 
Veniamo ora al significato dei vari pleniluni. Infatti, come sappiamo, durante l'anno abbiamo dodici lune piene, ognuna con un significato diverso. 
E diversi sono anche i suggerimenti simbolici che ogni mese giungono a noi da queste incredibili energie. 

Segue una semplice lista dei segni zodiacali che mese per mese ci proporranno un lavoro diverso e fondamentale. Ricordiamoci sempre che il passaggio da un segno all'altro é possibile attraverso due strade diverse:
1. La prima, riguarda l'uomo comune, ovvero l'essere umano che ancora non ha messo piede sul Sentiero del Ritorno. È quell'uomo che vive e si identifica completamente con la forma. Tutti noi camminiamo su questa prima strada per molto tempo, per molte vite, fin quando, risvegliandoci, non decidiamo di intraprendere la strada del ritorno a casa. 
2. La seconda invece, riguarda l'essere umano che si é risvegliato  a se stesso e ha iniziato il cammino che lo riporterà a Casa. Questa Via, detta anche Sentiero del Discepolato, che culmina con l'esperienza dell'Iniziazione, comprende di nuovo e per l'ultima volta, il passaggio dai 12 segni zodiacali, con significati completamente diversi. E' l'uomo ormai identificato con la sua Anima, che lo accompagnerà fino alla fine.
Per ogni segno quindi, ci sarà una lezione da imparare per l'uomo comune e una lezione, ben diversa, per l'uomo-anima.

Ariete https://dilettasanigoccedidio.blogspot.com/2023/03/plenilunio-in-ariete-il-controllo-della.html: Fuoco; é l'inizio del percorso; attività creative prima rivolte al lato materiale della vita, po, a quello spirituale. 
La lezione per l'uomo medio é: Si ricerchi la forma.
La lezione per l'uomo-anima é: Avanzo e dal piano della mente governo. 

Toro: Terra; desiderio che diventa volontà.
La lezione per l'uomo medio é: La lotta sia imperterrita.
La lezione per l'uomo-anima é: Io vedo e quando l'occhio é aperto, tutto é illuminato.

Gemelli: Aria; dualità che diventa controllo degli opposti.
La lezione per l'uomo medio é: L'instabilità compia l'opera sua.
La lezione per l'uomo-anima é: Riconosco il mio altro sé e mentre quello declina, io cresco e splendo.

Cancro: Acqua; sensibilità e identificazione totale con la massa che diventa servizio per gli altri.
La lezione per l'uomo medio é: Che l'isolamento sia la norma e tuttavia la folla esista.
La lezione per l'uomo-anima é: Costruisco una casa illuminata e ivi dimoro.

Leone: Fuoco; Consapevolezza individuale, uscita dal gregge che diventa auto-affermazione.
La lezione per l'uomo medio é: Che le altre forme siano. Io governo perché sono.
La lezione per l'uomo-anima é: Io sono quello e quello io sono.

Vergine: Terra; Spirito e forma si uniscono per la prima volta.
La lezione per l'uomo medio é: Che la materia governi.
La lezione per l'uomo-anima é: Sono la Madre e il bambino, sono Dio e la Materia.

Bilancia: Aria; l'equilibrio. La forma e l'anima si equilibrano.
La lezione per l'uomo medio é: Che si faccia la scelta.
La lezione per l'uomo-anima é: Scelgo la via che passa tra le due grandi linee di forza.

Scorpione: Acqua; Conflitto, prova, sofferenza, crisi, riorientamento, svolta. Divento il Discepolo.
La lezione per l'uomo medio é: Che Maya fiorisca e l'inganno prevalga.
La lezione per l'uomo-anima é: Sono il guerriero e dalla battaglia emergo trionfante.

Sagittario: Fuoco; soddisfazione del desiderio che diventa direzione focalizzata e aspirazione.
La lezione per l'uomo medio é: Si cerchi il cibo.
La lezione per l'uomo-anima é:Vedo la meta. La raggiungo e ne scorgo un'altra.

Capricorno: Terra; ambizione che diventa trasfigurazione e coscienza iniziatica.
La lezione per l'uomo medio é: L'ambizione governi e la porta sia aperta.
La lezione per l'uomo-anima é: Mi perdo nella luce superna ma a quella luce volgo le spalle.

Acquario: Aria; volontà di servire, prima la personalità, poi l'Anima.
La lezione per l'uomo medio é: Che il desiderio nella forma governi.
La lezione per l'uomo-anima é: Sono acqua di vita, versata agli assetati.

Pesci: Acqua; dualità, fluidità che diventa intuizione e morte definitiva della personalità e liberazione finale.
La lezıone per l'uomo medıo é: Scendi nella materia.
La lezione per l'uomo-anima é: Lascio la casa del Padre e ritornando salvo.

Seguiremo l'ultimo passaggio dell'uomo attraverso lo zodiaco durante il suo ritorno a casa e saremo aiutati in questo viaggio, lungo un anno, dal racconto mitico del leggendario Ercole, che simboleggiando l'uomo-anima, il Discepolo, ci guiderà di segno in segno fino al raggiungimento della meta, l'Iniziazione.


Plenilunio in Ariete



Il primo Plenilunio (https://dilettasanigoccedidio.blogspot.com/2022/04/plenilunio-di-aprile.html) dell'anno é quello di Aprile, che corrisponde al segno dell'Ariete. Non é mio compito entrare in questioni astrologiche o astronomiche, ma posso invece riportare le parole dei Maestri che tramite i principi della Saggezza eterna ci guidano ogni giorno. 

Per poter comprendere al meglio questi complessi significati, possiamo rifarci al racconto delle mitiche dodici fatiche di Ercole. Esiste un libro, facente parte dei famosi libri blu  (https://dilettasanigoccedidio.blogspot.com/2022/02/le-mie-fonti-di-ispirazione.html) che ne parla abbondantemente (Le dodici fatiche di Ercole- Alice Bailey).
 Ercole rappresenta l'Anima di ognuno di noi che, una volta risvegliata, inizia la sua strada di ritorno verso la Casa del Padre. Questa strada é rappresentata dai dodici segni zodiacali che si dice l'essere umano percorra per l'ultima volta nelle sue ultime dodici vite, affrontando le prove e dimostrando di aver acquisito tutte le lezioni necessarie. Quando Ercole inizia il Sentiero, é pronto ma é solo all'inizio e, come ogni aspirante e discepolo, cascherà e si rialzerà, fallirà e alla fine arriverà alla meta. 
Nella sua prima fatica, Ercole é chiamato a catturare dei cavalli da guerra e delle giumente da riproduzione che distruggono e uccidono. Per Ercole non sarà poi così difficile catturarli ma peccherà di presunzione e sarà costretto a ricominciare tutto da capo, perdendo anche l'amico amato che si era proposto di aiutarlo. 

Ma vediamo il racconto:

La prima fatica: La cattura delle giumente antropofaghe.

La prima porta era spalancata. Il Maestro disse a gran voce: "Ercole, passa la porta ed entra sul Sentiero. Compi la tua missione e torna da me."
Diomede, figlio di Marte, aveva un allevamento di cavalli neri e giumente bianche da guerra. Erano molto selvaggi e feroci, tanto da danneggiare i terreni e uccidere uomini; generavano continuamente cavalli sempre più feroci e malvagi. Tutti ne avevano paura.
Ad Ercole fu chiesto di catturare i cavalli e le giumente. Ercole, dopo aver accettato la sfida, chiamò in aiuto l'amico fidato Abderis. Egli accettò e i due si misero a combattere. Con facilità riuscirono a catturare tutti gli animali stringendoli in un angolo senza via d'uscita. Ercole, fiero della sua prodezza, chiese all'amico di portare lui stesso i cavalli catturati, oltre la porta e proseguì il suo cammino. 
Ma Abderis era debole e non riuscì a trattenere le giumente che gli si rivoltarono contro, uccidendolo e scappando di nuovo.
Ercole, sconvolto dal dolore per la perdita dell'amato amico, si rimise in cerca degli animali fuggiti. Li trovò, li catturò di nuovo e li portò personalmente fino alla porta. 
I cavalli furono messi al riparo per essere addomesticati. La missione era compiuta, ma il Maestro disse ad Ercole: "Hai superato la prova ma lo hai fatto male. Imparane la lezione e procedi verso la seconda porta."

Perché la prima fatica é proprio nel segno dell'Ariete? 
"Questo segno", ci spiega il Maestro, "é sempre stato indicato come il primo segno dello zodiaco. È in esso che la grande ruota inizia il suo ciclo (ciclo di reincarnazione). È il segno del principio.
 Per l'essere umano comune (alle prime incarnazioni) rappresenta l'entrata nel ciclo di esperienze, mentre per l'aspirante e il discepolo (dopo molte incarnazioni) rappresenta l'inizio dello stadio finale sul sentiero evolutivo. Da una parte inizia la vita della forma, dall'altra quella dello spirito. Ovvero, fino ad un certo punto, la forza vitale di questo segno viene utilizzata esclusivamente nel mondo materiale, per fini materialistici ed egoistici; da un certo livello in poi, inizierà ad essere utilizzata per fini altruistici anziché unicamente per soddisfare la propria avidità.
"E non parliamo di una forza qualsiasi. La forza del segno di Ariete é un insieme di impulsi potenti, di violente fluttuazioni e sforzi esagerati che spesso portano al fallimento, proprio come Ercole nella prima parte della storia, ma alla fine conducono sempre alla vittoria". 
Aggiungiamo qualche altro particolare: "Simbolicamente parlando, i cavalli rappresentano l'attività intellettuale". Infatti, é solo quando diventa un discepolo pensante che Ercole può affrontare la prima fatica, cioè quando la sua mente é pronta, focalizzata e polarizzata nel giusto modo; traguardo, questo, che si raggiunge solo ad un certo stadio del percorso. 
"Il cavallo bianco simboleggia la mente illuminata; il cavallo nero, la mente inferiore; le giumenta da riproduzione, rappresentano la facoltà mentale femminile creatrice". 


Fin quando la nostra mente sarà focalizzata nei suoi aspetti inferiori, ciò che potrà creare sarà solo disordine e distruzione (le giumente che partoriscono cavalli da guerra). Quando invece siamo finalmente focalizzati nella mente superiore, allora possiamo dedicarci a creazioni luminose e utili per tutti.
 La prima lezione nascosta quindi nella prima fatica é proprio questa: imparare il potere della nostra mente, del pensiero, strumento tanto creativo, quanto pericoloso, se messo nelle mani dell'illusione e dell'ignoranza. 
Il Maestro Tibetano ci dice: "Ogni aspirante deve imparare il giusto uso della mente...catturarne l'aspetto femminile (le giumente), in modo che non possa più generare cavalli da guerra. Chiunque può riscontare di possedere queste devastanti giumente, osservando attentamente per un intero giorno, i suoi pensieri e le parole che pronuncia, anch'esse prodotte dal pensiero". 
Ecco quindi che Ercole, una volta catturati i cavalli, sopravvaluta se stesso e li affida all'amico d'infanzia, che nella storia simboleggia la personalità. Quando pecchiamo di presunzione e pensiamo di poter affidare alla nostra personalità, il controllo dei pensieri, il risultato finale può solo essere il fallimento. Infatti, l'amico muore, schiacciato dalle cavalle...la personalità schiacciata dalla forza del pensiero che devasta e distrugge, se non controllata dall'Anima. 
Questa é la grande lezione della prima fatica. Appuntamento al prossimo plenilunio, in maggio, che corrisponde anche con l'importante evento del Wesak, e alla prossima fatica di Ercole, la cattura del Toro di Creta.



Plenilunio in Toro.


 Quello di maggio é il Plenilunio (https://dilettasanigoccedidio.blogspot.com/2022/04/plenilunio-di-aprile.html) più importante dell'anno, che coincide con il Festival del Wesak, appuntamento esoterico atteso da molti, in tutto il mondo. 
È' quindi, consigliato stare con le antenne dritte, per ricevere i tanti messaggi e le tante intuizioni che questa luna piena ci porterà.
 In questo post non mi dedicherò a raccontare il festival del Wesak perché questo, per la sua importanza, richiede un post a parte.
 Invece, come promesso, vi racconterò della seconda fatica di Ercole, che ci farà da guida nel segno del Toro e delle sue sfide. 

La cattura del toro di Creta.

 Ercole se ne stava da solo, chiuso nel suo silenzio, tormentato dal dolore per la perdita dell'amico fidato, accaduta durante la prima fatica); un giorno di quelli, gli viene detto di essere pronto a varcare la seconda porta e di potersi dedicare alla seconda prova.
 Nonostante il logorio interiore, Ercole non si tira indietro e parte per la sua missione: trovare e catturare il toro sacro nascosto nel terribile labirinto custodito da Minosse, nell'isola di Creta.
 Per trovare il sacro animale, Ercole non riceve nessuna istruzione precisa, può fare affidamento solo su se stesso (ricordiamo che Ercole simboleggia l'anima); così, seguendo la luce che brilla sulla fronte del toro, lo trova, lo insegue, lo cattura e lo monta come fosse un cavallo, attraversando al galoppo le acque dall'isola di Creta fino alla terra ferma, incoraggiato anche dalle Sette Sorelle (Le Pleiadi), arrivando così nel luogo dove vivevano tre grandi ciclopi, che lo attendevano. Ercole percorse tutto il "sentiero" facendosi luce davanti. Una volta arrivato su quella terra, i tre ciclopi, esseri strani con un solo occhio nel mezzo della fronte, afferrarono il toro e lo portarono al sicuro, salvandolo dalla morte. 


Quando Ercole tornò nella sua terra, il maestro che lo attendeva, li chiese perché fosse tornato a mani vuote: "Perché ho fatto il mio dovere, Maestro, e ora il toro é al sicuro nel luogo sacro". "Ben fatto" rispose il Maestro; "con questa prova, che é stata più facile per te, hai imparato a dosare nel modo giusto le tue forze, hai imparato il giusto senso delle proporzioni. Adesso, puoi incamminarti verso la terza porta. Cammina seguendo la luce nella luce".

 Se la prima fatica ci raccontava l'inizio dell'opera di Ercole sul piano mentale, questa seconda fatica ci racconta invece il lavoro sul piano emotivo: si parla infatti del mondo del desiderio e della sua potenza. Questa fatica é una delle più importanti, assieme a quelle in Gemelli, Scorpione e Pesci, che vedremo in seguito. Spiega la Legge di Attrazione, quella forza magnetica che é alla base della costruzione di ogni forma manifesta. Vediamo in che modo. 
La costellazione del Toro é considerata come particolarmente importante; infatti é chiamata anche la "Croce Fissa nei cieli", e la presenza della stella fissa Aldebaran, detta anche "L'Occhio del Toro", fa di lei la costellazione che conferisce al discepolo sul sentiero, l'illuminazione. 



Questa costellazione, nell'antichità era considerata la stella guida dei cieli e particolarmente legata alla figura del Cristo. Nell'antico Egitto il Toro era considerato l'interprete della voce divina; più tardi, dai cristiani, il Verbo fatto carne. 
Luce, illuminazione e suono: questa é la costellazione del Toro. Ma in che modo può portare illuminazione? 
Il segno del Toro é fortemente legato alla luna e governato da Venere. La luna é da sempre il simbolo della materia, della forma. Quindi, il lavoro da svolgere in Toro é proprio quello di riconoscere la forma (la materia), ovvero trovare il toro sacro, glorificarla e purificarla, la cattura del toro sacro, ed infine domarla: cavalcare il toro come fosse un cavallo. 
Quando questo lavoro sia stato fatto, allora e solo allora, la luce può brillare. L'unione dello Spirito con la materia, dell'anelito spirituale, simboleggiato da Venere e il desiderio carnale, la Luna, che si attraggono e si sposano creando bellezza e unità. 

Quindi, la lezione da apprendere in questo segno e che rappresenta la sfida di questo Plenilunio, é di comprendere la Legge di Attrazione e il corretto uso e controllo della materia.
 Fin tanto ci manterremo a livelli bassi dove la materia attratta sarà usata unicamente per scopi egoistici, per ambizioni personali..., resteremo noi stessi a quei livelli. 
Quando impareremo ad innalzare "la materia al cielo", allora inizieremo ad usarla nel giusto modo, ovvero per costruire un luogo interiore che sia degno di ospitare l'anima.
 È un duro lavoro sul mondo dell'illusione, Maya, che con le sue forme ci attrae e ci confonde. 
Il labirinto, dove il Toro é tenuto nascosto, simbolo della Grande Illusione, sull'isola staccata dalla terra ferma. Il discepolo, Ercole, é staccato dalla sua anima perché ancora perso nel labirinto dell'illusione. Unico modo per uscirne, é trovare il toro, il mondo del desiderio, catturarlo e poi montarlo, passando sulle acque (il mondo emotivo) e approdando sulla terra ferma (il regno dell'anima).
 Stiamo attenti però: il toro non viene ucciso, viene solo cavalcato e portato in salvo! 
Qui l'ammonimento é importante: non ci viene richiesto di cancellare i nostri desideri. Questo non sarebbe possibile, almeno fino ad un certo punto del percorso evolutivo. La repressione forzata dei desideri produce solo effetti negativi. Quel che é richiesto é semmai di non esserne più vittime. Arrivare al punto in cui ciò che facciamo, non é più determinato dai nostri desideri appunto, ma da ciò che siamo. 
 È l'anima che allora cavalcherà la forma, e non viceversa. E tutto il corpo si riempirà di Luce: la meravigliosa luce della costellazione del Toro.



Plenilunio in Gemelli.

 
Plenilunio nel segno dei Gemelli.
Questo Plenilunio, assieme a quelli di Aprile (Ariete) e Maggio (Toro), é tra i più importanti dell'anno e corrisponde ad una festività altrettanto fondamentale. Così come in Aprile si festeggia la Pasqua e in Maggio la Festa del Wesak, in Giugno si celebra sia la Giornata Mondiale della Grande Invocazione, la preghiera per eccellenza della Nuova Era in cui stiamo entrando, sia la Festa dell'Umanità, detta anche della Buona Volontà. 
In questo post, però, non mi dilungheró in questi particolari, ai quali in futuro dedicherò dei post a parte.
Parlerò invece nel dettaglio di quello che significa questo Plenilunio, delle prove che ci propone, delle lezioni che ci insegna e di quanto rappresenti un punto fondamentale nel cammino "verso Casa".
Come nei post precedenti (Aprile e Maggio), farò riferimento al libro blu "Le fatiche di Ercole" di Alice Bailey, ricordando fin dal principio che Ercole rappresenta il discepolo in cammino sul Sentiero.

La terza fatica:

Raccolta dei pomi aurei delle Esperidi.


A seguito dei conseguimenti ottenuti con fatica e sacrificio da Ercole nelle prime due prove, la terza Porta poté aprirsi dinanzi a lui, il quale immediatamente si alzò, pronto per incamminarsi di nuovo. Una Parola (una frase sacra) riecheggiò accompagnandolo: "Che Ercole possa cercare i pomi d'oro senza scoraggiarsi, illudersi o avere troppa fretta. Che impari la perseveranza."

In una terra molto lontana esisteva un albero sacro dai frutti d'oro: l'albero della Saggezza.
Tutti gli uomini, compreso Ercole, lo desideravano.
Così, messosi in cammino, Ercole chiese aiuto alla voce della sua coscienza, affinché potesse mostrarli la via più veloce per trovare ciò che cercava. Ma la sua voce interiore lo ammonì subito, ricordandoli che la giusta strada per arrivare é lunga e che ogni uomo, lui compreso, deve trovare da solo la via che cerca. 
Due sole indicazioni vennero date ad Ercole: l'albero sacro é custodito da tre fanciulle e da un serpente dalle cento teste; sulla via incontrerai 5 prove.

Oltrepassata la terza Porta quindi, Ercole, pieno di entusiasmo, iniziò a cercare. Ma nessuno sapeva dove fosse l'albero e nessuno poteva aiutarlo. Peregrinò in lungo e in largo senza successo. Si fermò così, scoraggiato e abbattuto.
In suo soccorso, fu così inviato un messaggero di Dio che gli si presentò sotto svariate forme e li parlò in diverse lingue ma Ercole, accecato e triste, non lo riconobbe e non lo ascoltò.
Ecco che la prima delle 5 prove era stata superata: il fallimento.

Allora, Ercole, nonostante tutto, continuò la sua ricerca, andando verso sud (il mondo delle tenebre). Qui incontrò un serpente e i due lottarono senza tregua sulla terra. Nonostante la sua grande forza, Ercole non riusciva ad abbatterlo e si stupiva di questo. Finchè ebbe l'intuizione di sollevare il serpente in aria. Così facendo, la bestia crollò.
La seconda prova era stata vinta: dalla terra al cielo.

Con nuovo fervore e coraggio, Ercole continuò il suo cammino. Qui, incontrò Busiride, detto il grande ingannatore. Apparentemente saggio e capace di belle parole, convinceva gli uomini di sapere la Verità.  Ed era così convincente, che questi li credevano e facevano tutto ciò che lui comandava. 
Anche Ercole non fece eccezione;  ben presto però si scoprì indebolito nelle sue intenzioni, tanto da essersi dimenticato lo scopo del suo viaggio. Ci volle molto tempo, tempo sprecato inutilmente, per capire ciò che era accaduto e ritrovare le forze per liberarsi. Solo a quel punto Ercole poté ricordare le parole dette da quel misterioso messaggero di Dio: "La Verità é dentro di te". 
Così Ercole, con un atto di volontà si liberò e riprese il suo viaggio, pagando lo scotto di aver allungato di tanto il cammino. 
  Ancora cercando, stanco e disorientato, ad un tratto sentì un grido di dolore. Pur non volendosi fermare, per paura di perdere ancora del tempo prezioso, quel grido li risuonò dentro e non poté fare a meno di guardare. Davanti ai suoi occhi, Prometeo legato ad una roccia e torturato da famelici avvoltoi.  Immediatamente Ercole lottò per liberarlo e ci riuscì.

Poi si rimise in cammino. 
La voce del Maestro per la prima volta lo raggiunse direttamente:  "La quarta prova é superata. Non esiste ritardo sulla via. Esiste solo il Servizio".

Dopo aver ormai cercato ovunque, finalmente Ercole ricevette un'indicazione da un "passante": l'albero sacro si trovava in cima ad una montagna molto distante. Tutto pieno di fervore, si affrettò nella giusta direzione. E proprio nel momento in cui sentiva di essere ormai vicino alla meta, davanti a lui trovò Atlante, stanco e vacillante con tutto il peso del mondo sulle spalle.

Ercole non poteva rimanere indifferente a quella vista e così si precipitò ad aiutarlo. Dimentico dell'albero e delle sue mele d'oro, Ercole tolse il peso dalle spalle del gigante stanco e lo mise sulle proprie. In quel preciso momento, il peso scomparve e i due si ritrovarono liberi e leggeri.
Adesso, davanti a lui, le tre fanciulle li porgevano i pomi dorati. 

La prima, Egle la bella, li ricordò che "la Via é sempre segnata da azioni amorevoli".
La seconda, Eriteia, la custode della Porta, aveva nella mano un pomo con inscritto in oro la parola Servizio.
 E la terza, Esperia la stella della sera, che lo salutò dicendoli:" Vai e servi". 
Ma Ercole non prese nessun pomo d'oro per sé. Li lasciò per coloro che sarebbero venuti in futuro.
E tornò da dove era venuto. 

Questa fatica tratta principalmente dell'estenuante lavoro che sfocia nella tanto desiderata fusione tra anima e corpo. 
Nelle prime fasi del percorso evolutivo (milioni di incarnazioni!) la voce dell'anima non é sentita. E' troppo lontana e troppo soffocata per giungere all'orecchio (interno) della personalità. L'ego la fa da padrone. I desideri personali, all'inizio prevalentemente materialistici, poi gradatamente sempre più sottili e elevati, guidano l'uomo durante tante vite.
Arriva un momento però in cui quella flebile voce viene finalmente sentita per la prima volta. Passerà ancora molto tempo (inteso sempre come successione di vite) prima che non solo sia udibile ma anche credibile. Occorreranno tante esperienze di "uccisione" dell'ego, in senso figurato ovviamente, perché solo il suo abbassamento può lasciare spazio all'anima che timidamente fa capolino dal cuore. 
Andando avanti nel Sentiero, l'anima prende sempre più il controllo della personalità, fino a quando finalmente le due si fondono in un'unica essenza.

 
Questa terza fatica ci racconta esattamente cosa dobbiamo attraversare per arrivare a quell'importante traguardo.
L'anima e il corpo che si uniscono, che collaborano in un tutto integrato, ai fini del Servizio all'umanità che ha bisogno.
Per molto tempo c'è stata l'aspirazione, la ricerca e il lavoro interiore. Adesso é il momento di uscire fuori, di portare in azione i frutti dei propri conseguimenti.
A livello simbolico in questa storia troviamo ovviamente "la mela". Simbolo per eccellenza, magistralmente usata nella Genesi per raccontare la nascita del principio mentale nell'essere umano primitivo: il serpente tenta Eva con la mela, che rappresenta il frutto proibito. Nel momento in cui Eva fa la sua scelta e coglie la famigerata mela rossa, accede ad un mondo di significati fino ad allora sconosciuti e irraggiungibili. Il bene e il male. L'Anima e il corpo. Lo Spirito e la forma.

All'inizio della fatica, come abbiamo visto, Ercole é solo e senza aiuti, apparentemente. Dovrà trovare da sé la strada giusta. E lo farà, non senza difficoltà, cadute e riprese.
Una delle prime prove che deve affrontare é la lotta con il serpente, altro elemento simbolico che troviamo in tante storie e leggende del passato. Il serpente rappresenta il mondo delle illusioni, che strisciano a terra tenendo l'uomo legato alla materia. Fin quando non avremo l'arma dell'intuizione, che può venire solo dal contatto con l'anima,  sganciandoci dalla terra e dalle sue tentazioni, per volgere il nostro sguardo "in aria (i Gemelli sono infatti un segno d'aria), non potremo liberarci, non potremo sconfiggere la bestia. 
Poco dopo, sulla Via, Ercole incontra un altro personaggio ambiguo: Busiride, il Dio delle acque, figlio di Poseidone (l'acqua é da sempre il simbolo del mondo emotivo, volubile e ingannevole). L'incanto delle sue parole, apparentemente sagge e accattivanti, affascina Ercole, soggiogandolo. Come accade a tutti noi, quando per molte vite, siamo sotto il controllo delle nostre emozioni. Per quanto possano sembrare reali, ci portano sempre nell'inganno, allontanandoci dalla realtà. Questo non significa che il mondo emotivo non debba esistere; semplicemente, non può avere il nostro controllo. Solo l'Anima può averlo.
Poi, ancora, l'incontro con Prometeo e la sua sofferenza, alla quale Ercole non sa resistere. Quando si raggiunge quello stadio del Sentiero, non é più possibile voltare la testa alle sofferenze del mondo. Possiamo solo fermarci e fare la nostra parte.
E poi, l'ultima grande prova: Atlante e il peso del mondo. Qui Ercole é il discepolo che finalmente, dopo eoni di egoismi, dimentica se stesso. Dimentica persino il nobile scopo del suo cammino. Resta solo il Servizio e niente più. 

Finalmente Ercole é Anima e corpo uniti, fusi, integrati e impegnati in un Servizio nel mondo. 
La costellazione dei Gemelli é costituita da due stelle, Castore e Polluce, i gemelli appunto. Castore, nel mito, era considerato mortale mentre Polluce, immortale. Proprio come il corpo e l'anima. Astronomicamente si sta osservando come negli ultimi anni lo splendore di Castore stia impallidendo mentre quello di Polluce stia aumentando.

 Ecco che la nota di questo Plenilunio é proprio: riconosco il mio altro sé e mentre quello declina, io cresco e splendo
Precisamente la storia dell'uomo che dal dominio del corpo e della personalità, cede il passo al dominio dell'Anima.
Questa lezione, la terza per Ercole ma in realtà la prima vera lezione, può essere appresa solo dopo il conseguimento delle prime due (in Ariete e Toro): il controllo della mente e il domare il desiderio. Adesso é richiesto un passo in più: una presenza, una fede tramutata in conoscenza della Via da percorrere per ritornare "alla Casa del Padre".

Gli aiuti sulla Via non mancano, ma sta a noi smettere di essere ciechi. Come Ercole, abbiamo spesso dei momenti di elevazione, di sfolgorante comunicazione con l'"alto", ma spesso non ce ne accorgiamo e dimentichiamo il tutto in fretta, presi come siamo dai nostri "affari quotidiani". Anche l'aspirazione spirituale rappresenta spesso un intoppo, tanto diventa ingombrante, impedendo il passaggio della luce. E così, alterniamo quei rari momenti di conoscenza, con il ritorno nel mondo, finché, prova dopo prova, riusciamo ad aprire gli occhi del cuore. Ecco allora che l'indicazione giusta arriverà.

Alla fine della Via, anche la tanto agognata ricompensa arriva. Ma, sorpresa nelle sorprese, a quel punto, non ci interessa più, perché siamo andati ben oltre noi stessi, pronti ormai a calcare la Via, con azioni amorevoli di Servizio.



Plenilunio in Cancro.



Mese di Luglio: il Sole passa dal segno del Cancro. 

Dopo aver imparato a controllare la mente in Ariete e i desideri in Toro , ed essersi accorto della sua duplice natura in Gemelli, Ercole, il nostro eroe, che simboleggia il Discepolo sulla Via del ritorno, si trova ad affrontare la sua quarta fatica; vediamone insieme il racconto mitologico.

La quarta fatica: La cattura della Cerva o Daina. 

Fu dato ordine dall'Alto che venisse offerta un'importante nuova prova ad Ercole che ancora stava riflettendo su quella precedente. Questa nuova prova sarebbe stata "semplice" in apparenza ma ardua nella sostanza: una prova che avrebbe obbligato Ercole a fare la sua scelta. E avrebbe avuto bisogno di tutta la sua saggezza.

Così Ercole oltrepassò la quarta porta e si mise in cerca della Cerva dalle corna d'oro che si nascondeva nei boschi. 

Ad un tratto sentì una voce che disse: "La cerva é mia e tu non devi toccarla"! Era la voce di Artemide.

Poco dopo, una seconda voce risuonò nel silenzio: "La cerva é mia e mia deve restare". Era Diana, la dea della caccia.

Ercole, sorpreso dalla disputa alla quale stava assistendo, fu colpito da una terza Voce, che disse: "La cerva non appartiene a nessuno; solo a Dio. Ercole, trovala, salvala e portala al tempio". 

In poco tempo, Ercole trovò la cerva che si nascondeva nel bosco. Pensò che sarebbe stato semplice catturarla. Le due fanciulle, Artemide e Diana, seguivano ogni suo passo, pronte a trarlo in inganno. 

Ercole seguì la cerva di bosco in bosco ma ella riusciva sempre a sfuggirli.


Per un anno intero la rincorse, finchè ormai esausto, la vide addormentata, stanca anch'essa, vicino ad uno stagno. Si avvicinò e senza fare troppa fatica, la catturò. La prese tra le braccia e la strinse al cuore. 

Ercole, felice, gridò che l'impresa era stata compiuta. "La cerva é mia!", urlò soddisfatto!

Ma la grande Voce si alzò di nuovo e disse: "Non é così! La cerva non ti appartiene veramente. Portala al tempio e lasciala lì. 

Ma Ercole insisteva: "Perché? La cerva é mia. Ho faticato tanto per trovarla."

E la Voce disse: "Il tempio é la casa di tutti i figli di Dio e anche tu sei un figlio di Dio. Per cui portala a casa e lasciala lì".

Allora Ercole portò la cerva al tempio ma ancora pensava che li appartenesse. Anche Artemide pensava la stessa cosa; e così anche Diana.

Ma Dio disse che lo spirito della cerva apparteneva solo a Lui. I tre si disperarono perché capirono che la cerva era morta. Ma Dio mostrò loro che la nobile cerva dalle corna d'oro non era morta, stava solo riposando. 

Al suo ritorno, di fronte al Maestro, Ercole raccontò che la prova era stata facile ma lunga e stancante. "Adesso la cerva é nel tempio di Dio ma quando ne sento il bisogno lei é anche nel mio cuore" disse.

Così il maestro chiese ad Ercole di tornare indietro e guardare di nuovo dalla quarta porta. Egli lo fece e vide di nuovo il solito paesaggio che già aveva visto all'inizio della prova, con le colline e i boschi e in cima ad esse, una bellissima cerva.

"Cosa significa Maestro? Perché la cerva é di nuovo al solito posto?", chiese Ercole al suo amato Maestro. Ed egli rispose: "Tante volte gli uomini devono cercare la cerva dalle corna d'oro e portarla nel luogo sacro...ancora e ancora...".


Cosa ci insegna questa stupenda storia? 

Il segno del Cancro e questa quarta prova che lo caratterizza, rappresenta l'ultimo passaggio preparatorio del discepolo, prima di entrare nei quattro segni successivi (Leone, Vergine, Bilancia e Scorpione). In cosa consiste questa preparazione? Nell'equipaggiarsi di tutto ciò che li servirà in seguito e soprattutto imparare ad usare gli strumenti di cui dispone. 

In Ariete ha imparato il controllo della mente. In Toro ha imparato il controllo del desiderio. In Gemelli ha conosciuto il suo doppio e ha scelto a quale dei due dare forza. Adesso cosa dovrà imparare in Cancro? E a cosa gli servirà il nuovo strumento in futuro?

Il cancro o granchio, vive per metà sulla terra e per metà nell'acqua. Rappresenta l'anima che vive nel corpo (la terra, la forma) ma allo stesso tempo é immersa nell'acqua (il mondo delle emozioni e dei sentimenti). Questo é il segno della forma, della materia che trattiene l'uomo sulla terra, esposto alle onde delle maree. 

Per l'uomo medio infatti, il passaggio in Cancro significa ancorarsi totalmente alla materia. E' il segno dell'istinto che fa dell'uomo un animale. E' il segno della massa, indefinita e istintiva, della coscienza collettiva, del gregge con le sue reazioni poco consapevoli. La cerva simboleggia la forma, bella e preziosa, che tutti desiderano possedere.

Col passare delle vite, l'uomo si evolve e questo passaggio assume significati differenti. L'aspirante sulla Via, come il nostro Ercole, desidera "catturare" qualcosa di molto sfuggente. Non é più l'istinto ad interessarli, non é più la forma fine a se stessa ma l'intuizione, la sostanza nascosta dentro la forma, lo spirito celato nella materia. 


Per molte vite abbiamo scelto la forma. Ci attraeva, Era irresistibile. Allo stesso tempo, ci imprigionava ma non ne eravamo consapevoli.

Ad un certo punto però, inizia uno scontento interiore che col tempo ci costringe ad uscire fuori dal nostro mondo conosciuto, dalla nicchia che ci rassicura ma anche imprigiona. 

Man mano che l'uomo sviluppa, di vita in vita, di passaggio in passaggio, la sua auto-coscienza, emerge dallo stato animale del puro istinto e passando dallo sviluppo dell'intelletto (stadio intermedio), giunge finalmente al traguardo dell'intuizione. Non si identifica più con la massa, col gregge, di cui ha fatto parte per tanto tempo. Adesso cammina da solo. Tornerà a far parte del gruppo ma solo in seguito (dopo gli ultimi quattro segni) e in maniera completamente diversa; come un uomo liberato e pronto a servire il prossimo.

Adesso la cerva d'oro non é più solo una bella forma da catturare. E' qualcosa di più sfuggente ma al tempo stesso insostituibile. E' l'anima nascosta da mille forme cangianti e illusorie. E' qualcosa non da catturare ma da conquistare e stringere forte al cuore per non perderla più. Perché la forma vive e muore ma l'anima é immortale.


Sarà l'intuizione a far entrare Ercole nel mondo dello Spirito. Sarà l'intuizione a svelarli la Verità. Sarà l'intuizione a portarlo in cima al monte dell'iniziazione, sua vera meta finale. 


Plenilunio in Leone.




Di mese in mese siamo arrivati al Plenilunio nel segno del Leone. Ecco i suoi significati più nascosti e importanti, svelati per noi dal Maestro Tibetano nel libro Lefatiche di Ercole.


La quinta fatica: l'uccisione del leone di Nemea.


Ercole stava ancora placidamente riposando, in seguito alla quarta fatica appena svoltasi, durante la quale aveva catturato la Cerva dalle corna d'oro. 
Improvvisamente, una disperata richiesta d'aiuto risuonò e l'eroe non poté ignorarla. 
Gli abitanti di Nemea terrificati e atterriti dalla paura, chiedevano al grande Ercole di catturare il feroce leone che ormai li minacciava da tempo.  
Ovviamente il grande Ercole non si tirò indietro e armato solamente della sua fedele clava e di cuore impavido, partì alla ricerca della bestia feroce. La cercò in lungo e in largo, percorrendo la Via ma senza trovarne traccia. Seguì il suo potente ruggito per giorni e notti, senza trovarla mai. 
Il terribile leone, che aveva terrorizzato il popolo di Nemea per lungo tempo, sembrava scomparso. 
Ma Ercole non fermò la sua ricerca e in rigoroso silenzio, da solo e con coraggio, continuò  a camminare. 
Finalmente, intravide la bestia dentro ad una caverna. Vi entrò cercandola ma il leone gli sfuggì nuovamente. La caverna aveva infatti due entrate: il leone entrava ed usciva da una parte all'altra, in un gioco senza fine. Ercole allora pensò e trovò una soluzione: bloccò una delle due aperture e richiamando con uno stratagemma il leone all'interno della grotta, lo intrappolò senza che avesse via di uscita. Una volta entrambi dentro, i due si affrontarono in una lotta senza tregua. Ercole si fiondò sul leone a mani nude, senza armi e lo strozzò, soffocandolo a morte e superando così la sua quinta fatica.


Ercole, che come ormai ben sappiamo, simboleggia l'anima, ha già affrontato quattro fatiche che  rappresentavano le fatiche preparatorie all'iniziazione vera e propria. 
In Ariete l'anima si riveste di sostanza mentale divenendo un'anima pensante; in Toro ha sviluppato un contatto cosciente con il mondo delle emozioni e dei sentimenti, divenendo un'anima senziente; in Gemelli ha unito spirito e materia  divenendo un'anima vivente; in Cancro ha completato la sua opera di incarnazione e identificazione, divenendo un'anima con un corpo fisico.

Dovrà adesso affrontare quattro nuove sfide: Leone, Vergine, Bilancia e Scorpione. Tutti segni di lotta sul piano fisico necessari per la realizzazione; segni di crisi e sforzi straordinari. 
Ma vediamo più nel dettaglio cosa acquisisce Ercole nel segno del Leone.


In Leone, avviene la cosiddetta individualizzazione, processo attraverso il quale l'essere umano diventa un individuo, un sé consapevole, un Io. Una volta effettuato anche questo ultimo passo preparatorio, l'anima si incammina verso l'iniziazione. 
Il Leone, il Re, il Governatore, il Regolatore: é legge per se stesso. 
Prima sarà legge di natura, poi, legge spirituale alla quale immolerà il sé inferiore superando una volta per tutte l'auto-affermazione individuale tanto faticosamente ottenuta e poi sacrificata per un bene più grande. 
Ercole sa che dovrà compiere una dura battaglia per vincere l'illusione e scalare il monte dell'illuminazione. Sa che dovrà strozzare con le proprie mani il terribile leone, la personalità, ormai integrata e potente, abbandonando una volta per tutte gli egoismi e i meccanismi di difesa che lo hanno protetto fino a quel momento.
L'immagine della grotta é molto importante e ha dei riferimenti scientifici. Esiste infatti una piccola cavità all'interno del nostro cervello che é la sede di una delle più importanti ghiandole del nostro corpo: la ghiandola pituitaria (detta anche ipofisi). 



Quando questa ghiandola, che nella maggior parte delle persone é atrofizzata o non attiva, si mostra in piena attività, abbiamo a che fare con una personalità perfettamente integrata nei suoi aspetti fisici, vitali, emotivi e mentali. La ghiandola pituitaria possiede due lobi: uno é la sede della mente razionale, l'altro lobo é la sede della natura emozionale immaginativa. 



Il corpo pituitario, con i suoi due lobi, rappresenta simbolicamente la grotta con le sue due aperture, all'interno della quale si nasconde il leone di Nemea (la personalità integrata appunto). Una delle due aperture dovrà essere chiusa da Ercole per imprigionare il leone ed affrontarlo.
 Solo dopo aver superato le sue paure e aver rinunciato all'uso delle armi, quindi dopo aver posto sotto controllo le emozioni personali attraverso l'uso della mente superiore, li sarà possibile sottomettere il leone e sconfiggerlo.



Plenilunio in Vergine.



Il senso nascosto e simbolico del segno della Vergine, secondo il Maestro Tibetano, é di proteggere, nutrire e infine svelare la realtà spirituale, velata nella forma. La Vergine é il segno della sintesi, é il segno della "gestazione" del bambino che poi nascerà in seguito nel segno dei Pesci. Il bambino in questione é la coscienza che tutti noi siamo chiamati a sviluppare ed evolvere, di vita in vita, di segno in segno. 

Vediamo quali prove dovra affrontare il nostro eroe Ercole in questa sesta fatica:

La sesta fatica: Il Cinto di Ippolita.

Ercole era ormai pronto ad oltrepassare la sesta porta. 

Su un lido lontano, regnava una regina, di nome Ippolita, la regina delle Amazzoni.


Esse erano guerriere intrepide. In quel regno non c'erano uomini ma solo donne. Ogni sera, raccolte nel tempio della luna, adoravano il loro dio: Marte, il dio della guerra.

Appena ritornata dall'annuale viaggio nel regno degli uomini, Ippolita se ne stava in piedi di fronte alle altre e mostrava loro il Cinto sacro, donato da Venere, la dea dell'amore. Il Cinto era per loro simbolo di lotta e di conquista; della maternità e del bambino che con la sua sacra vita, salva tutta l'umanità.

Le Amazzoni furono avvertite dell'arrivo di un guerriero che avrebbe voluto il Cinto. Mentre si stavano interrogando sul da farsi, se consegnare o meno il sacro animale, Ercole si palesò davanti a loro e senza ascoltare nessuna ragione, ferì mortalmente la regina, uccidendola e portandole via il Cinto.

Subito dopo il Maestro lo ammonì: "Perché hai ucciso colei che ti avrebbe affidato il Cinto senza fare resisenza? Hai sbagliato. E dovrai rimediare".

Ercole vagava allora sulla riva, pentito e schiacciato da terribili rimorsi.

Proprio in quel momento sentì delle grida e vide che un grande serpente marino stava per inghiottire una giovane fanciulla. Ercole fece per salvarla ma non ci riuscì. Allora, senza pensare nemmeno per un attimo a se stesso, entrò nella bocca spalancata del mostro, raggiunse la fanciulla, tagliò il ventre dell'animale e la portò in salvo.

Così bilanciò l'azione precedente. Una morte, con una vita salvata. E imparò la lezione della saggezza e dell'equilibrio.


In due fatiche Ercole "fallisce": in Ariete, quando per catturare le giumente finisce col far morire il suo migliore amico, e in Vergine, dove uccide la regina Ippolita. In entrambe le storie ha a che fare con personaggi femminili. Ma che significato ha per noi questo? Cosa vuole comunicarci il mito attraverso le storie di Ercole e soprattutto attraverso i suoi fallimenti?

In che cosa ha veramente fallito Ercole?

Questa storia ci riporta ad un tema molto attuale: la guerra tra il maschile e il femminile. Una guerra che esiste dalla notte dei tempi. Un maschile e un femminile che ancora non hanno imparato a collaborare. Che ancora non sanno essere Uno. Che ancora si fanno la guerra.

Le Amazzoni che vivono isolate dal mondo maschile, salvo per farvi incursione una volta all'anno, per proseguire la propria specie. Ippolita che decide di dare la sacra cintura ad Ercole, ma non perché effettivamente creda che sia la cosa migliore da fare, ma solo perché le viene ordinato da Venere. Ercole che non dà alla regina nemmeno il tempo di parlare e pensando che lo attaccherà, l'attacca lui per primo, ferendola a morte. Ercole che preso il Cinto, cioé ottenuto ciò che desiderava, si volta e se ne va, lasciando le altre donne in preda al dolore.

Dov'é l'Amore in tutto questo? Non ve ne é traccia.

Ed é proprio per questa mancanza d'amore, per questa aridità del cuore, che il Maestro ordina ad Ercole di riparare ad una vita con una vita: occorre che faccia un atto d'Amore.


Amore é unione, e l'unione é ciò che si può ottenere in Vergine se se ne capisce il senso e il simbolismo. L'unione tra l'anima e la personalità. L'unione tra lo Spirito e la materia. L'unione tra la madre e il suo bambino.



Plenilunio in Bilancia. 


Nel mese a cavallo tra Settembre e Ottobre, il Sole passa nel segno della Bilancia, uno dei più complessi e misteriosi di tutta la ruota dello zodiaco.



 Il nostro eroe Ercole, superata la sesta porta, si trova adesso ad affrontare la settima fatica...

 La settima fatica: La cattura del Cinghiale di Erimanto.




Per poter diventare ancora più "divino" Ercole necessitava di sviluppare alcune importanti virtù: equilibrio e sano giudizio, per poter divenire un perfetto servitore dell'umanità.
Con questo scopo, li fu proposta la settima prova: catturare un enorme cinghiale selvaggio che terrorizzava la città di Erimanto. 
Prima di partire, un unico avvertimento li fu dato dal suo Maestro: prendi tempo per mangiare.
Passando attraverso la settima porta, Ercole non sapeva che avrebbe dovuto affrontare una prova duplice: il coraggio e la fedele amicizia.
L'eroe non volle portare con sé nessuna arma, per non rischiare di fare male a qualcuno per sbaglio, come era accaduto già in passato. 
Quindi partì solo con la sua fedele clava.
 Salì sulla cima della montagna di quel paese in preda al panico.
Sulla via incontrò un vecchio amico, Folo, un centauro ben noto agli dei. Si fermarono a parlare per un po', ma dopo del tempo Ercole si dimenticò il motivo per cui era sul cammino e accettò l'invito dell'amico di andare a banchettare con del buon vino. 
Il barile di vino apparteneva però a tutti i centauri ed era vietato berne anche una sola goccia se non fossero stati presenti tutti. Pur sapendo questo, Ercole e Folo aprirono il vino e insieme ad un altro amico, Chirone, ne bevvero in gran quantità. 
Ormai ubriachi, le loro urla di giubilo furono sentite dagli altri centauri che erano non molto distanti da lì. Ci fu così una grande lite, durante la quale Ercole, malgrado il suo buon proposito iniziale, fu di nuovo messaggero di morte. Infatti uccise sia Folo che Chirone. Dopodiché sconvolto, lasciò il gruppo e riprese la sua salita sulla montagna.
Si rimise in cerca del cinghiale, senza successo. 
Allora, decise di usare una trappola e aspettò per tutta la gelida notte. Intorno all'alba, il cinghiale fece la sua comparsa. Una volta caduto nella trappola, Ercole decise però di liberarlo perché voleva combattere con lui alla pari e vincerlo con la forza e non con l'astuzia. 
E così combatté con il forte cinghiale e lo vinse. 



Ercole scese dal monte verso la valle cantando e tenendo l'animale, ormai domato al suo volere, per le zampe posteriori e spingendolo come fosse una cariola. Tutti quelli che lo vedevano passare, ridevano a crepapelle alla vista di quella scena ridicola. 
Le settima lezione, dell'equilibrio, era stata compiuta. 
Ma il Maestro ricordò ad Ercole di riflettere sulle prove del passato perché per ben due volte aveva ucciso invece di amare.

La Bilancia é un segno di equilibrio e di giustizia.
È rappresentato dal simbolo della Giustizia, una figura femminile cieca, che tiene in mano i piatti di una bilancia appunto. Infatti, solo la visione interiore, cieca al richiamo dei sensi, ci permette di sapere cosa é giusto e cosa non lo é. 



Giustizia non significa "dare a Cesare quel che é di Cesare", ma come ci spiega anche Gesù nel discorso della montagna, giustizia é quella qualità dell'anima di saper fare soltanto le cose giuste, nei settori fisici, mentali e spirituali della vita. 
E l'equilibrio



L'equilibrio tra le paia degli opposti: in questo segno si può oscillare dalla parzialità e pregiudizio, alla giustizia e discernimento; dalla ottusa stupidità alla saggezza; dal materialismo più sfrenato, dove il sesso e il denaro la fanno da padrona, alla spiritualità più alta e valorosa. 
Tutti questi aspetti duali sono sempre presenti sulla nostra Via; a noi sta la scelta!
 Ogni attimo della nostra esistenza siamo chiamati a decidere da quale parte della bilancia vogliamo stare. 
Le "tentazioni" non cessano mai; anzi é proprio quando pensiamo di essercene liberati, che tornano a tentarci, proprio come il vecchio amico Folo che convince Ercole ad ubriacarsi.
 Ma le conseguenze delle nostre scelte sono sempre davanti ai nostri occhi. E prima o poi saremo chiamati a risponderne. 
Nonostante i suoi grossolani errori e le sue cadute e ricadute, Ercole prosegue comunque la sua prova e si trova finalmente a poter affrontare il grande cinghiale che aveva terrorizzato un intero paese. 
In questa prova Ercole ci dimostra che non sempre occorre la forza "per catturare" la bestia, ma che possiamo usare anche metodi più gentili e astuti. Prepara infatti una trappola e pazientemente aspetta. 
 Come sempre l'animale, con i suoi istinti spesso incontrollabili, rappresenta la nostra personalità che prima o poi va "catturata" ma non con la forza, bensì con l'astuzia, un'arma di cui l'uomo dispone. 
Solo dopo averlo catturato e ingabbiato, Ercole decide di liberarlo di nuovo per domarlo con la forza delle proprie mani. 
È solo dopo la cattura che ci sarà bisogno della forza per domare la bestia, che altrimenti non accetterà mai di buon grado di essere sottomessa.
 Qui il mito ci da proprio un'indicazione pratica del lavoro che dobbiamo fare se vogliamo sottomettere la nostra personalità al comando dell'anima. 
C'è bisogno di forza, di decisione e di coraggio. Sarà una vera e propria lotta ma la fine é già certa fin dall'inizio della storia: l'anima vince sempre.
Questa settima fatica termina con una scena pittoresca e divertente: Ercole che trascina il cinghiale come fosse una cariola, cantando a squarciagola giù per il pendio.
 Due sono i significati nascosti qui: da una parte é una rappresentazione simbolica dell'anima che cerca di dirigere la personalità, anche se inizialmente in modo ancora un po' maldestro. 
Dall'altra, ci ricorda che la risata, il mettere in ridicolo le nostre piccole pretese, facendone emergere le incongruità, é tra le migliori armi che l'uomo ha a sua disposizione per vincere l'illusione in cui é inserito e costretto a vivere. 
Attraverso questa prova Ercole, l'anima, pur con difficoltà ed errori, dimostra di aver conseguito il controllo della natura emotiva (il cinghiale), del desiderio, che non ci abbandona mai, anche quando ci illudiamo di averlo vinto. 
Forse per un po' riusciamo a liberarcene ma col tempo tornerà a bussare alla nostra porta. 
Fin quando con astuzia e coraggio, non lo trascineremo in cima al monte, dove le nebbie si dissolvono e possiamo finalmente vederne il vero volto. 
Solo allora troveremo la determinazione per lottare. 
Il desiderio non si sconfigge uccidendolo ma domandolo, facendo la giusta scelta, che non é né a destra né a sinistra. 
È la nobile Via di mezzo. 



È il perfetto equilibrio tra spirito e materia, tra il divino e la forma. 
È l'obiettivo da raggiungere per tutti noi  sulla Via...




Plenilunio in Scorpione.



Mese di Novembre, plenilunio nel segno dello Scorpione. 
Questa Luna piena coincide con l'ottava fatica del nostro eroe Ercole, che come ogni aspirante sulla Via, si troverà ad affrontare una delle prove più difficili ma al contempo fondamentale per passare "oltre" al velo...

L'ottava fatica: La distruzione dell'Idra di Lerna.




Un tempo lontano, nella città di Argo, afflitta da una forte siccità, una ninfa di nome Amimone pregò il dio Nettuno di aiutarla. Eglixzc accettò la sua preghiera e le comandò di rompere una grande roccia, dalla quale sgorgarono zampillanti acque limpide. 
Il problema sembrava risolto; sennonché, immediatamente dopo, un enorme esemplare di Idra, serpente mostruoso dalle nove teste, decise di stabilirsi proprio in quelle acque, trasformandole in una malsana palude, la palude di Lerna. 
Il nostro eroe Ercole, era ormai pronto di fronte all'ottava porta. Li fu comandato di combattere e uccidere l'Idra mostruosa. Un compito affatto facile, visto che per ogni testa tagliata, ne ricrescevano due. 
Una missione quasi impossibile.
Il Maestro, consigliò ad Ercole di non affidarsi alle armi comuni e soprattutto li rammentò queste importanti parole: "Noi ci eleviamo inginocchiandoci; conquistiamo arrendendoci; guadagniamo donando".
Ercole partì.
Avvicinandosi alla palude di Lerna, Ercole sentì il fetido odore che da miglia e miglia si faceva sentire. Ovunque, tremende sabbie mobili rendevano inavvicinabili quelle fetide acque.
Ad un certo punto, trovò la buia grotta dentro la quale l'orrenda bestia era solita nascondersi.
Dopo aver molto atteso inutilmente che il mostro decidesse di uscire allo scoperto, Ercole lo provocò, inviando frecce infuocate direttamente all'ingresso della grotta. La bestia iniziò ad agitarsi. Le nove teste sputavano fiamme. L'enorme coda squamosa sbatteva sull'acqua sporca.


 Alta tre metri, spaventosamente minacciosa, orribile somma di tutti i pensieri più orrendi e osceni prodotti dall'umanità fin dalla notte dei tempi.
Ercole con un coraggio senza pari, si lanciò contro il mostro che però ad ogni attacco, si faceva più forte. 
Allora, il nostro eroe si ricordò le parole del Maestro: gettò le armi, si inginocchiò ai piedi della bestia, la afferrò sollevandola in alto. Solo così, la sua forza iniziò a diminuire. Tenendola sospesa al di sopra della sua testa, veniva purificata dall'aria e dalla luce. 
Quel mostro infatti, tanto forte e spavaldo nel buio, diveniva un agnellino spaventato sotto la luce del sole. 
Si avvizzì piano piano, fino a morire. 
A quel punto, Ercole si accorse che tra le nove teste, ve ne era una immortale. La tagliò e la seppellì sotto una roccia. 
La prova era superata con successo.

Iniziamo l'interpretazione di questa fatica connessa al plenilunio dello Scorpione, ricordando che ci sono due differenti direzioni, oraria ed antioraria, lungo le quali ognuno di noi, nel suo percorso evolutivo attraverso le diverse incarnazioni, passa nella ruota dello zodiaco e dei suoi dodici segni zodiacali. 
Per molte vite, infatti, giriamo in questa ruota in senso orario, passando molte volte da un segno zodiacale all'altro, imparando le lezioni  previste per noi, facendo le dovute esperienze, accumulando o smaltendo karma e così via!
Ad un certo punto però, la ruota si inverte e finalmente, Discepoli sulla Via del ritorno, passiamo da quegli stessi segni zodiacali ma in senso antiorario. Le lezioni da imparare nelle due direzioni, sono completamente diverse. 
Questo vale per tutti i segni dello zodiaco. Quindi anche per lo Scorpione. 
Il divario tra il motto dello Scorpione sulla ruota ordinaria e il motto sulla ruota del ritorno é molto ampio, più che negli altri segni. È quasi opposto!
 Quindi l'esperienza dell'uomo comune in questo segno sarà tanto diversa dall'esperienza del discepolo che passa da qui mentre torna a casa.
È importante sapere questo, non solo per conoscere la nostra posizione, ma anche per sapere su cosa dobbiamo lavorare. Infatti, se i nati nel segno dello Scorpione, avranno tali prove come life motive principale della loro vita, tutti noi durante il plenilunio in questo segno, ci troviamo ad affrontare, anche se in piccolo, quelle stesse prove. 
Per alcuni di noi saranno più intense, per altri meno; ciò dipende da diversi fattori che entrano in gioco a complicare il tutto!
Sulla ruota ordinaria, dell'uomo "comune" per intenderci, cioè colui che ancora non si é risvegliato, che é completamente identificato con questa vita e le sue regole, il motto dello Scorpione sarà: "Fiorisca Maya, l'inganno prevalga". 


Cosa significa questo? Detto fra noi, niente di buono! 
Infatti, coloro che appartengono a questo segno senza averne nessuna consapevolezza, sono attratti fortemente da tutto ciò che é forma, andando incontro poi ad inevitabili conseguenze. 
Un mostro a 9 teste proprio come l"Idra del nostro Ercole, una più terribile dell'altra:
1. La ricerca del denaro, come fonte di potere, da accumulare con insaziabile impegno;
 2. il sesso, che nei casi più estremi può arrivare anche alla perversione;
 3. la ricerca sfrenata del benessere a tutti i costi; 
4. la paura, di perdere ciò che si é faticosamente guadagnato, ma anche la paura del ridicolo, del fallimento, dell'incognito, del rischio, della morte;
 5. l'odio per l'altro in quanto diverso;
 6. il desiderio di potere, usato per schiacciare e travolgere; 
7. l'orgoglio, una prigione costruita intorno all'anima; 
8. la separatività, che analizza e scompone il tutto in tante piccole parti dissociate; 
9. la crudeltà , concetto che non necessita di tante spiegazioni. 


L'uomo in Scorpione nelle sue prime incarnazioni, rischia di perdersi, di vagare nella nebbia, di fare e farsi del male, pagandone poi le dovute conseguenze. Per tante vite é sopraffatto dal mostro, e continuerà ad esserlo fino a quando, finalmente, Aspirante sulla Via, come il nostro Ercole, inizierà la lotta contro la bestia. 
Allo stesso modo, anche se in misura minore, tutti noi siamo chiamati a scovare la bestia e a combatterla, proprio durante i giorni del plenilunio dello Scorpione.
Primo fondamentale passo, sviluppare la necessaria discriminazione per accorgersi dell'esistenza del mostro. Per tanto tempo infatti, abbiamo convissuto con le nostre parti fangose. Ci siamo illusi che fossero "normali", accettabili. Forse ne abbiamo anche tratto del piacere. 
Ercole va alla ricerca della bestia. Lui sa adesso che c'è un mostro da trovare. 
E dove lo trova? Non solo nella palude fangosa e maleodorante ma soprattutto nascosta nella buia grotta.
Le nostre parti-ombra, di cui a volte ci vergogniamo, difficilmente stanno alla luce del sole. Siamo soliti nasconderle, nel buio. Ci vuole molta determinazione e coraggio per scavare dentro di sé e dirsi la verità rispetto a se stessi. Ci vuole pazienza, perché una volta trovata la sua tana, la bestia non uscirà allo scoperto così facilmente. 
Sapremo aspettare? 
Ci vuole umiltà per far sì che esca dalla grotta del subconscio, dove tutti noi nascondiamo i segreti che non si possono raccontare. Perché metterebbero a rischio il nostro ruolo sociale, lo status quo faticosamente costruito.
 Ambiguità, ipocrisia, presunzione, piccole e grandi perversioni, moti violenti, autolesionismo...chi di noi non porta dentro di sé anche solo uno di queti segreti?


Idra, mostro mitologico, figlia di Echidna e Tifone, serpente acquatico dalle tante teste che se tagliate, ricrescono senza pietà. 
Simbolicamente, quella parte che dimora nelle caverne della mente e nei suoi anfratti meno illuminati, le sotterranee e oscure regioni del subconscio. A volte se ne sta silenziosa, in disparte e magari ci illudiamo che se ne sia andata; altre volte, esce allo scoperto dirompente e rumorosa, creandoci problemi a non finire. Per lungo tempo, non solo non sappiamo di ospitarla, ma addirittura la nutriamo, la sosteniamo con i nostri pensieri, le nostre azioni sbagliate, nocive. 
Idra, serpente che vive nelle acque paludose, simbolicamente il mondo delle nostre emozioni. Fin quando sarà immersa in quelle stesse acque, rese da lei stessa sporche e agitate, vincerla non sarà possibile. 
Occorre un'atra strategia.
 Ma solo il Discepolo sul sentiero può essere in grado di vederla. Prima di allora é una lotta impari. 
Ogni cosa a suo tempo!
Quando inizia una prima parvenza di integrazione nella personalità, quando finalmente dopo molti eoni, i corpi fisico-emotivo e mentale funzionano come un tutt'uno, ecco allora e solo allora l'uomo é pronto a sconvolgere nuovamente il suo equilibrio e lo fa proprio nel segno dello Scorpione. 
E anche noi, che magari non apparteniamo a questo segno, in queste settimane, siamo chiamati proprio a questo compito. Accorgerci della presenza delle nostre parti ombra, per trovarle, stanarle e....ucciderle? 
 Assolutamente no! 
Il nostro compito, una volta trovate, non é quello di uccidere, ma semmai di trasformare, trasmutare...
A volte siamo tentati di estirpare, togliere, cancellare il mostro a nove teste, tanta é la ripugnanza che proviamo; ma non é mai la scelta giusta. Nessuna repressione o inibizione può infatti rappresentare una soluzione definitiva. Ciò equivale ai primi tentativi di Ercole che tagliando una testa, se ne ritrova due.
Ogni testa simboleggia un problema che assilla l'umanità. Quegli stessi problemi che in un tempo lontano ci attraevano e ci davano piacere, adesso diventano sempre di più un peso, un fardello.
Il grande lavoro interiore, alchemico, di ogni aspirante, diventa allora quello di riconoscere prima e trasmutare poi queste energie.
 Il metodo di lavoro é applicabile nei confronti di tutte le energie che sentiamo essere nocive:
1. Imparare a sentire che qualcosa si sta muovendo dentro di noi (può essere un sintomo fisico, un pattern emotivo, un flusso di pensiero).
2. Riconoscere se ciò che stiamo sentendo é nocivo oppure no: dobbiamo essere molto attenti qui. Spesso infatti ciò che in un primo momento appare come "piacere", si dimostra poi un dispensatore di dolore.
3. Dare un nome a ciò che sentiamo. È molto importante essere onesti con se stessi per poter portare in superficie elementi che non vogliamo vedere o sentire.
4. Se abbiamo capito che siamo di fronte ad un elemento che é nocivo, per noi o per gli altri, e se siamo veramente motivati a modificarlo, cosa non sempre scontata, perché questo significa perdere una certa quota di "piacere", allora possiamo iniziare a trasmutare. Questa é la fase più complessa e delicata. Trasmutare significa innanzitutto  stare fermi senza ricadere per l'ennesima volta, nei comportamenti sbagliati di sempre. Significa saper aspettare con disciplina e volontà, senza fuggire in facili vie di fuga. Significa aspettare che quella preziosa energia, che per lungo tempo abbiamo canalizzato in basse frequenze e comportamenti sbagliati, possa finalmente salire su, esporsi alla luce dell'anima, della sua infinita saggezza. Adesso, tutto gli apparirà sotto una luce nuova.
Cosi, l'inutile accumulo di denaro, diventa una fame insaziabile di conoscenza e volontà  spirituale; la sessualità viene sublimata, diventando incontro tra anime prima e creatività divina poi; la ricerca del benessere diviene una spinta irrefrenabile a svelare il segreto della vita; la paura scompare a mano a mano che la coscienza si stabilisce in alto (quando sai di essere immortale, non puoi più avere paura della morte); l'odio per l'altro si trasforma lentamente in distacco e rifiuto della forma, sostituita dall'amore per la vita; il potere diventa volontà, attributo divino per eccellenza, al servizio dell'amore; l'orgoglio viene sostituito dall'umiltà (mettersi in ginocchio di fronte al mostro): è la personalità che finalmente si sacrifica per l'anima; la separatività, diventa capacità di sintesi (Finché Ercole combatte con un mostro a nove teste, non riesce ad ottenere nessun risultato. Solo quando si approccia al mostro come un unico animale, un'unità, ottiene il trionfo); la crudeltà diventa compassione (compito ancora non effettuato dal genere umano ad oggi, come ci ricorda spesso anche il Dalai Lama nei  suoi scritti quotidiani). 
Ecco che il motto dello Scorpione, evoluto e risvegliato, diventa: "Sono il guerriero e dalla battaglia esco trionfante".
 Ettore, raccoglie tutta la sua umiltà, si inginocchia nel fango, osserva il suo problema da un'altra angolazione, alla luce della saggezza, con l'aiuto del pensiero. 
Solo alla fine, quando ormai la bestia ha perso forza e potere, solo allora Ercole fa una scoperta incredibile: si accorge che una delle nove teste é immortale. Ma quale significato può avere per noi questa scoperta? 
Dietro ogni difficoltà, dietro ogni nostro problema, dietro ogni nostra parte ombra, anche la più crudele, si nasconde sempre un gioiello di grande valore; un premio, che come un fiore di loto si fa strada dal fango per emergere sopra le acque.


 Ecco che lo scopo ultimo del guerriero in Scorpione, come siamo noi in questi giorni di Novembre, non é tanto quello di sconfiggere il mostro ma piuttosto di liberare quella quota di energia che era prigioniera ma che adesso finalmente trasformata e sublimata, può manifestarsi all'esterno come un nuovo potere.
 La testa immortale viene nascosta da Ercole sotto la roccia, la roccia della Volontà affinché non vada perduta,  per controllarla e incanalarla in qualcosa di più alto e utile.
Adesso finalmente la lotta é finita e il trionfo é assicurato.
Ci possiamo avviare verso la nona porta... 




Plenilunio in Sagittario.


Come ogni anno, nel bel mezzo del periodo natalizio, ci sarà il Plenilunio nel segno del Sagittario, perché il lavoro interiore non si ferma mai e non prevede vacanze! 
Così il nostro astro principale, il Sole, che nel periodo del Plenilunio si fa vicino alla terra, continua a stimolarci.
 Il passaggio in questo segno é rappresentato dalla nona fatica del nostro eroe Ercole che passerà sotto la nona porta, compiendo con successo la prova richiesta. 
Ma vediamone il racconto:

La nona fatica: l'uccisione degli uccelli di Stinfalo.



Ormai Ercole era in grado di sentire la voce del Maestro interiore che li parlava dal suo alto luogo di pace. Così, Egli gli disse che era arrivato il momento di affrontare una nuova prova: trovare la palude di Stinfalo e scacciare gli uccelli devastatori.
Il consiglio del Maestro per fare ciò fu: "La giusta direzione da seguire sarà rivelata dalla fiamma che brilla oltre la mente".
Così Ercole si mise in cammino...
Giunto a Stanfilo, trovò subito la palude che puzzava di fetido e che era piena di uccelli che gracchiavano orribilmente. Erano dei volatili terrificanti, violenti e feroci. Avevano becchi di ferro e penne d'acciaio. Artigli lunghi e affilati.


 In quel momento, tre di quegli uccelli si precipitarono su di lui. Ercole rimase fermo immobile e tentò di scacciarli con l'aiuto della sua clava. Lo scontro durò per un po' e poi gli uccelli si allontanarono. 
Allora, il nostro eroe cominciò a pensare: come poteva scacciare per sempre quegli orrendi animali? 
Fece vari tentativi: colpirli con delle frecce affilate, ma solo alcuni caddero a terra; usare delle trappole nella palude, ma sarebbero state pericolose anche per tutti quelli che passavano di lì. 
Non trovando nessuna soluzione che lo soddisfacesse, Ercole si fermò e solo allora, ricordò il consiglio del Maestro: La fiamma che brilla oltre la mente, rivela la giusta direzione. 
Smise di pensare ed ebbe un'intuizione: Decise di utilizzare i cembali che Atena gli aveva donato al termine dell'ottava fatica e cominciò a sbatterli così forte tra loro da provocare un rumore talmente fastidioso da essere insopportabile anche per l'orecchio umano.
 Era un suono lacerante e dissonante. 
Disorientati da quell'orribile suono disarmonico, i volatili spaventati iniziarono a prendere il volo, sbattendo tra loro e gridando. Fuggirono poi lontano, per non fare mai più ritorno.
Sulla palude cadde allora il silenzio. Finalmente. 
La nona prova era stata compiuta.

Delle nove fatiche affrontate fino a qui, ce ne sono tre particolarmente significative e legate tra loro.
In Ariete, la prima fatica, Ercole, l'aspirante sulla Via, inizia il cammino sul piano mentale. Scopre di avere uno strumento potente:

la Mente appunto, ma fallisce perché lo usa in modo personale, per realizzare se stesso e per compiacersi ed essere compiaciuto. 
In Leone, Ercole scopre il proprio potere, si identifica con l'Io Sono. Ha compiuto un pezzo di strada e ormai la sua personalità é coordinata, é dominante, é come un leone feroce che tiene tutta la foresta sotto scacco. È in quella quinta fatica che Ercole, strangolando il leone, fa la sua scelta, cioè sacrifica il potere personale di dirigere gli altri dall'alto della sua potenza, crocifigge il sé inferiore, rinuncia all'auto-affermazione individuale. 
E così si avvia verso nuove prove. Uccide l'Idra il serpente dell'illusione in Scorpione e arriva in Sagittario


Il centauro, metà uomo e metà cavallo (il cavallo bianco é il simbolo della divinità, del Cristo), metà umano e metà divino, rappresenta il momento in cui, finalmente abbandonate le illusioni, possiamo vedere per la prima volta la meta. E ci orientiamo verso essa. Niente potrà ormai più farci cambiare direzione.
Prima non potevamo vedere pienamente, perché la nostra vista era offuscata dai tanti pensieri inutili che affollavano la nostra mente. 

Ercole, in Sagittario, finisce il lavoro che aveva iniziato in Ariete. Si ferma. Smette di pensare. Di pensare inutilmente.
I problemi creati dalla mente, non possono  essere risolti dalla mente che li ha creati. Ci vuole qualcos'altro. Ma quel qualcos'altro, non é accessibile a noi, fin quando la mente, con la sua attività onnipresente, non si fa da parte.
Ecco che, quando questo avviene, abbiamo accesso all'intuizione. Questa sì che ci sarà di aiuto per trovare la soluzione!

Smettere di pensare eccessivamente a quello che si deve fare e imparare più semplicemente ad essere.
Questo, il consiglio dei consigli.
Succede in Sagittario e anche noi nel nostro piccolo in questi giorni possiamo provare a fare altrettanto. 
Imparare a controllare il nostro pensiero. Pensare poco e meglio. Scegliere su quali pensieri mettere la nostra attenzione e scartare tutti gli altri. Decidere dove e per che cosa spendere la nostra energia, perché l'energia segue sempre il pensiero. E se impariamo a pensare un po' meglio, di conseguenza iniziamo anche a parlare meglio.
La parola é infatti il primo e più immediato effetto del nostro pensiero. Quello che esce dalla nostra bocca, racconta sempre ciò che pensiamo, a volte in modo diretto, altre manipolato.
"Non ciò che entra nella bocca rende l'uomo impuro; ma ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l'uomo", ci ha detto Gesù Cristo. 



Imparare a parlare dunque, ma soprattutto imparare il silenzio. Parola chiave di tutto il nostro percorso. 
I tremendi uccelli di Ercole che vivono in un pantano puzzolente. Così diventa il terreno della nostra mente se la sporchiamo con pensieri inutili, controproducenti, a volte violenti. 
Spesso non ci rendiamo conto della potenza dei nostri pensieri e delle nostre parole. Di quanto una cosa detta al vento, possa modificare l'ambiente in cui viviamo e toccare le persone con cui condividiamo il nostro tempo.
I pensieri, uccelli che volano senza controllo, con piume affilate che cadendo a casaccio, feriscono qua e là. 
In particolare, tre sono gli uccelli che attaccano Ercole: il pettegolezzo, il parlare di sé, gettare le perle dinanzi ai porci. 
Chi di noi non conosce queste tre forme di pensiero? Chi di noi, almeno una volta, non ha fatto volare questo tipo di uccelli? 
Il pettegolezzo, oltre che impatanare il fertile terreno della nostra mente, ferisce, a volte uccide. Dovremmo sempre rifiutarci di partecipare ad un pettegolezzo; non solo non producendolo attivamente ma anche rifiutando il suo ascolto passivo, fatto per rimanere nel gruppo.
Il parlare di sé, presuppone un attenzione concentrata e focalizzata su se stessi, cosa che non può portare niente di buono. Certo, dobbiamo occuparci dei nostri affari, ma l'eccesso diventa ossessione e quindi ansia.
Gettiamo le perle ai porci ogni volta che diamo qualcosa di noi a qualcuno che in quel momento non é pronto per ricevere. Può accadere quando vogliamo a tutti i costi raccontare di noi all'altro oppure quando vogliamo imporre, anche con finalità di bene, la nostra verità a qualcuno che non é pronto per riceverla. In ogni caso, é sempre meglio evitare e attendere che arrivi il momento giusto; così l'altro avrà avuto qualcosa che li é utile e noi non avremo sprecato la nostra preziosa energia.
Se eviteremo questi tre errati modi di parlare, e quindi di pensare, diventeremo un po' più innocui e ne osserveremo il beneficio nella nostra vita di tutti i giorni.
Il passaggio nel segno del Sagittario é un momento di grande trasformazione interiore che però dall'esterno sembra immobilità.
 Proprio come il bruco che se ne sta dentro alla sua crisalide e da fuori sembra non faccia niente a parte aspettare, così come Ercole si ferma aspettando l'arrivo dell'intuizione, anche noi possiamo fermarci e lavorare dentro di noi affinché la meravigliosa farfalla che siamo possa finalmente uscire fuori e prendere il volo!




Plenilunio in Capricorno.

"Mi perdo nella luce superna, ma a quella luce volgo le spalle".

Questo é ciò che accade quando l'aspirante sul cammino passa finalmente dal segno del Capricorno, raccontato in questa decima fatica.

 Mentre fino ad allora la parola chiave era stata "Che l'ambizione governi e la porta sia spalancata", adesso che il senso delle proporzioni é stato raggiunto, adesso che tutta la personalità con i suoi corpi inferiori, é stata purificata e posta sotto controllo, adesso e solo adesso, l'aspirante, ormai Discepolo verso l'Iniziazione, abbandona una volta per tutte le ambizioni personali e pur vedendo la Luce della sua anima, le volge le spalle, perché ha del lavoro da fare, c'è un'umanità bisognosa da aiutare. 

E lui adesso é pronto a farlo.

Questo é ciò che si raggiunge in Capricorno e questo é ciò che tutti noi in piccolo realizziamo durante questo Plenilunio. 

Una volta tanto sono partita dal finale anziché dal principio della storia, per sottolineare la grandezza dell'opera che ci accingiamo  a realizzare e che il nostro Ercole ci rappresenta attraverso la decima fatica.

L'uccisione di Cerbero, il guardiano dell'Ade. 

La Grande Voce risuonò e disse: "La luce della vita deve ora risplendere nel mondo delle tenebre".

Il Maestro annunciò ad Ercole che la decima porta doveva essere oltrepassata e che una difficile prova lo attendeva. Salvare Prometeo. Egli giaceva da tempo immemore su una roccia, legato da pesanti catene. Un feroce avvoltoio beccava senza pietà il suo fegato, sanguinante ed egli era costretto per l'eternità a soffrire le pene dell'inferno. Il Maestro spiegò che Prometeo era stato punito perché aveva rubato il fuoco dal cielo e che nessuno fino ad ora era riuscito a salvarlo. Il luogo dove risiedeva era conosciuto con il nome di Inferno, il cui guardiano era il terrificante Cerbero, cane a tre teste e con la coda di serpenti. 


Ercole, non per niente scoraggiato da questo tremendo racconto, si mise subito in viaggio, oltrepassò la decima porta e si avviò verso l'inferno. Cominciò quindi a scendere. L'aria si faceva sempre più pesante e l'oscurità avvolgeva il tutto. Ma la volontà di Ercole era ferma e così continuò a scendere per un lungo, lungo tempo. 


Tre cose furono necessarie durante la sua discesa agli inferi:

-la purificazione di sé

-l'iniziazione ai misteri

-il servizio

Compiuti questi tre atti fondamentali, finalmente Ercole giunse al fiume Stige, quel tenebroso corso d'acqua che le anime dei defunti devono attraversare. Dall'altra parte, l'entrata nell'Ade, il regno dei morti. Percorrendo sentieri ricchi di insidie di ogni tipo, Ercole giunse di fronte al re degli inferi che, accoltolo in malo modo, lo minacciò di dover sconfiggere con le proprie mani il terribile Cerbero, il cane a tre teste, per poter liberare Prometeo. 

Ercole proseguì così la sua missione e una volta arrivato di fronte alla bestia, non perse tempo e afferrandolo per la gola iniziò a strozzare una delle sue tre enormi teste, quella centrale. Il mostro si divincolava ma ben presto esaurì le sue forze, cedendo sotto le potenti mani dell'eroe. 

Una volta ucciso, Ercole proseguì il cammino, trovò Prometeo e lo liberò. 


La Grande Voce allora risuonò: "La luce ora risplende nel mondo delle tenebre".


Tutte le prove che Ercole, l'aspirante sulla Via, ha superato fino ad ora, riguardavano la sua liberazione personale, ovvero simboleggiano per tutti noi le prove da affrontare per liberarci dalla presa della forma, della materia che per eoni ci ha intrappolati. 

Arrivati finalmente qui, possiamo dire a buon ragione di aver raggiunto un buon punto. Da adesso in poi, infatti, non lavoreremo più per un conseguimento personale, ma, essendo ormai liberi e impersonali, lavoreremo per il gruppo e per le sue necessità. 

Ricordiamoci infatti sempre che l'Anima non é qualcosa che ci appartiene individualmente, come spesso pensiamo. Non esiste "la mia anima" o la "tua". L'Anima che vitalizza i nostri corpi é un frammento di ciò che spesso viene definito l'"Anima Mundi, l'Anima Universale, l'Anima Cosmica. 


Un'entità che condividiamo e che non ha coscienza individuale ma solo di gruppo. Quando ancora il nostro contatto con l'anima é assente o molto sottile, l'unica cosa che conta é l'individuo e i suoi bisogni. Inizialmente in un totale egoismo, anche a scapito dell'altro; poi a mano a mano che l'evoluzione prosegue, con un abbandono progressivo dei desideri strettamente personali, fino ad arrivare, come Ercole, al punto che il bene dell'altro o degli altri é molto piu importante del proprio. È l'Anima che parla ormai, é Lei che ci indirizza in relazioni sempre piu ampie e universali, guidata dall'Amore.

Il lavoro in Capricorno é un lavoro sull'Amore, non inteso in senso sentimentale o romantico ma nella sua accezione piu vera. L'amore per l'altro, chiunque esso sia, semplicemente perché parte della famiglia umana. E poi, l'amore per ogni essere vivente, che sia uomo o qualcosa di diverso da esso. Si puo' sviluppare questo tipo di amore, a volte definito incondizionato, solo se si é raggiunta la vera impersonalità, che non é durezza di cuore, non é indifferenza, ma al contrario é amore esteso a tutti. È un amore che nasce dal poter vedere l'altro per quello che é e non per quello che ci da.


Ma per fare questo, per ascendere la montagna dell'Iniziazione, occorre prima scendere all'inferno. Infatti nessuno di noi può pensare di salire "su" se non partendo dai piani bassi. 

Ma vediamo allora un po' più da vicino che cosa ha dovuto affrontare Ercole per arrivare "in cielo".

Tre cose gli furono richieste per poter scendere nel mondo degli inferi:

1. La purificazione di se stesso: dimostrare di essere libero dall'irritabilità e dall'egoismo nella vita di tutti i giorni. Infatti, se non si é capaci di vivere in modo "puro", cioè innocuo, nel proprio ambiente, con le persone che ci circondano e nelle situazioni che si presentano a noi quotidianamente, non ci sarà data la possibilità né di salire su, né di scendere giù. Resteremo esattamente dove siamo e continueremo a lavorare purificandoci, fin quando non dimostreremo di essere pronti. Ercole, quindi, come ognuno di noi, dovette purificarsi.

2. L'iniziazione ai misteri: é la discesa nel proprio inferno personale; é quel terribile periodo della vita durante il quale si deve fare esperienza diretta del proprio sé inferiore, con tutte le sue emozioni, desideri, stati d'animo, plasmandoli e trasmutandoli da sotto a sopra. Solo  dopo aver conosciuto e trasformato il proprio inferno personale, ci sarà permesso di poter conoscere l'inferno universale.

3. Il servizio: prima di andare avanti, Ercole deve impegnarsi in un'attività di servizio, ovvero salvare due persone che erano in pericolo, dimostrando di essere pronto a dimenticare se stesso e il proprio lavoro, ogniqualvolta qualcuno avesse bisogno del suo aiuto, come ogni vero Iniziato dovrebbe fare, perché ormai governato dalla coscienza di gruppo.

Adesso finalmente Ercole é pronto per scendere all'inferno e affrontare il terribile Cerbero, il cane a tre teste che protegge l'entrata agli inferi. Ancora una volta il simbolismo é molto importante. Infatti le tre teste rappresentano nell'ordine:

1. La sensazione: l'essere umano é continuamente spinto alla soddisfazione dei piaceri e dei desideri, come mezzo preferito per tenere la mente occupata. 

2. Il desiderio: é alla base di ogni sensazione. È la testa più importante delle tre e la prima ad essere afferrata e sconfitta dal saggio Ercole.

3. Le buone intenzioni non realizzate, per pigrizia, paura, inerzia...

La coda di cerbero é invece fatta di serpenti, le illusioni, che ci impediscono di procedere sulla Via e che ritardano ogni nostro passo quando non riconosciute o addirittura alimentate. 

Ma Ercole non si spaventa davanti a tutto questo. Anzi, non perde tempo e si avventa sulla bestia riuscendo quasi subito a domarla e a vincerla. Perché la sua volontà é di ferro e la paura, così come le altre emozioni, ormai non hanno più presa su di lui.

Può quindi passare oltre e liberare il povero Prometeo, avviandosi così verso le ultime due tappe: Acquario e Pesci. Ormai niente può più fermarlo. La montagna é ai suoi piedi. Il passo é fermo e saldo. Compirà gli ultimi lavori per diventare ciò che da sempre era destinato ad essere: un Salvatore del mondo.



E questo é il destino di ognuno di noi.



Plenilunio in Acquario.


 Siamo arrivati all'undicesima fatica.

 Partiti in Aprile col segno dell'Ariete, passando di mese in mese per tutti i segni zodiacali, stiamo giungendo al traguardo finale. Siamo stanchi. Provati dalle tante prove che questo anno ci ha proposto. Ma siamo anche arricchiti dai tanti insegnamenti ricevuti e guadagnati sulla Via.

Man mano che ci avviciniamo al giorno del Plenilunio, leggendo il materiale inerente a quella specifica "fatica" (dal libro Le fatiche di Ercole di A. Bailey), mi stupisco sempre molto di quanto effettivamente il lavoro svolto nel mese appena trascorso, sia legato a ciò che leggo. Questo mi dimostra quanto si possa essere più o meno in sintonia con le energie che in quel preciso momento sono in circolo.


Undicesima fatica: Il ripulimento delle stalle d'Augia.

Ercole si trovava di fronte all'undicesima porta, pronto ad affrontare la sua penultima fatica. 

Il Maestro così parlò: "Ercole, tu hai acceso la tua lampada. Adesso dovrai portare la tua luce nel mondo e aiutare gli altri ad accendere la propria. Hai trovato la tua Luce. È divenuta un faro splendente. Adesso però, voltale le spalle, torna indietro e vai a liberare il mondo dalla sua oscurità".

Ercole si incamminò immediatamente. Era diretto verso il regno d'Augia dove un vecchio re, che governava da più di trent'anni, dopo avere accumulato molte ricchezze, tra cui cavalli, animali e scuderie, non aveva però mai ripulito le stalle dove gli animali giacevano. Tutto il regno era afflitto da un orrendo fetore e da pestilenze che mietevano vittime ogni giorno. 

Una volta giunto in quel luogo puzzolente e insano, Ercole si recò dal re e si propose di ripulire quelle stalle, gratuitamente. 

Il re però era sospettoso e non credeva che al mondo potesse esistere qualcuno che volesse aiutare gli altri senza ricevere in cambio una ricompensa. Il re diffidente, propose ad Ercole una sfida: "Se riuscirai a ripulire le stalle in un solo giorno, il che é praticamente impossibile, io ti darò una parte dei miei averi. Ma se non ci riuscirai, allora la tua vita sarà nelle mie mani". Ercole accettò e si mise a lavoro.

Studiò la situazione. Le stalle erano molte e il livello di sudiciume accumulato era incredibile. Del tutto inutile sarebbe stato mettersi a spazzare. Nemmeno in cento giorni avrebbe mai potuto farcela. Ma Ercole, aveva visione d'insieme e così, allargando il suo sguardo, notò che lì vicino scorrevano due fiumi limpidi. Con un grande sforzo e molto impegno, deviò il corso dei fiumi e inondò le putride stalle di acqua pulita. 

Ecco che in un solo giorno il lavoro di ripulitura era stato fatto!

Ercole, soddisfatto di sé, si recò dal re, il quale, sorpreso di fronte al risultato conseguito, non volle però riconoscergli il merito, dicendo che il lavoro era stato fatto dal fiume e non dall'uomo. 

Per Ercole ormai il riconoscimento del re non aveva nessuna importanza. Allora si voltò e si rimise in cammino, verso la dodicesima e ultima porta.

Le parole del Maestro furono: "Sei diventato un Servitore del mondo. Hai donato la tua Luce agli altri. Il gioiello di questa fatica sarà per sempre tuo".


Riassumiamo brevemente il percorso fatto fin qui, durante questi undici mesi, che simboleggia in micro il percorso che la nostra anima assieme alla personalità compie ogni anno intorno al Sole, ma allo stesso tempo in macro, la Via che il nostro Spirito attraversa di segno in segno passando da una incarnazione all'altra, e a livello cosmico, il passaggio dell'umanità da un'Era all'altra. Tutto é collegato. Tutto segue uno stesso percorso, governato dalle stesse Leggi e con gli stessi obiettivi: il piccolo uomo durante la sua piccola vita, lo Spirito durante tutte le sue incarnazioni, l'umanità attraverso le diverse Ere.

Siamo partiti in Aprile col segno dell'Ariete: Ercole (noi stessi) impara a controllare il pensiero.







In Maggio siamo passati dal segno del Toro , imparando a controllare il desiderio in tutti i suoi aspetti, dai piu bassi, ai piu elevati.


In Giungo attraverso Gemelli, Ercole inizia a divenire cosciente della sua dualità. Anima e corpo. Come integrarli? Come coordinarli?







Luglio, il mese del Cancro , nel quale inizia timidamente a percepirsi come parte di un gruppo. Ma dovrà lavorare ancora molto per fa sì che questa consapevolezza diventi una certezza.


Agosto, il mese del Leone : "Io sono" e tutti gli altri mi dovranno seguire! Liberarsi, una volta per tutte, da questo dettame e iniziare a scordarsi di sé, mettendo l'altro in primo piano.






Settembre in Vergine: iniziano ad aprirsi gli occhi interiori di fronte a un qualcosa che dimora dentro di noi da sempre ma che non potevamo vedere perché accecati dalla nostra presenza ingombrante. Finalmente si comincia a scorgere l'Essenza.


Ottobre, la Bilancia: equilibrare gli opposti, fuori e dentro di noi.







Novembre, lo Scorpione: si completa il lavoro iniziato in Toro e ci si libera finalmente dalle illusioni che ci hanno incatenato fino ad allora. Si é adesso liberi. Liberi di procedere speditamente verso la cima della montagna.







Dicembre, Sagittario: la personalità é ormai integrata; é cosciente della presenza dell'anima; pronta ad iniziare la tanto attesa risalita sulla montagna (dell'Iniziazione). È concentrata. Ha un'unica direzione che ormai non lascerà più.


Gennaio, il Capricorno: il caprone che sale la Montagna e raggiunge la vetta, sulla quale avviene la Trasfigurazione. Da questo momento, Ercole é un'iniziato che, trovata la sua Luce, farà Luce nel mondo.


Arriviamo così al segno dell'Acquario, in Febbraio. 

Ingenuamente possiamo essere portati ad idealizzare il concetto di Iniziazione e ancora di più coloro che l'Iniziazione l'hanno raggiunta, i Maestri, gli eroi come Ercole appunto. Possiamo essere portati a pensare che siano importanti, superiori, migliori di noi. E ancora, pensare che a loro siano destinati lavori delicati e di responsabilità. Tutto questo avviene nel momento in cui usiamo i nostri parametri "terrestri" per valutare qualcosa che appartiene ad altre sfere. Questa undicesima fatica delude le nostre aspettative e mette a nudo la verità, per quella che é: una volta raggiunta l'Iniziazione ad Ercole non viene chiesto di fare chissà cosa. Al contrario, gli si chiede di ripulire delle stalle dal letame. 







Sfatiamo quindi un mito. Spesso, ciò che ci viene chiesto di fare, é di sporcarci le mani, é di metterci in ginocchio, come l'ultimo degli ultimi, e ripulire la sporcizia che ci sta intorno. Non tutti possono fare questo. Alcuni ci provano, ma solo chi ha conseguito un certo traguardo interiore, può veramente farlo. E, detto fra noi, in pochi sono veramente disposti a essere gli ultimi tra gli ultimi, a lavorare silenziosamente dietro le quinte, a fare il lavoro che nessun'altro vorrebbe fare, magari senza ricevere nessun ringraziamento o riconoscimento. Addirittura, venendo mal interpretati o offesi nelle intenzioni, travisati, fraintesi, mal giudicati...perché come dice il re ad Ercole: "Chi vorrebbe sporcarsi le mani per non ottenere niente in cambio?". 

La legge dell'uomo, la legge della strada, ci dice che nessuno fa niente per niente. Ci insegna ad essere diffidenti. A non credere. Dietro ad ogni buona intenzione, se ne nasconde sempre una cattiva! 

Ma noi non possiamo applicare questa legge, così imprecisa e limitata, a ciò che Ercole, l'iniziato, sta tentando di fare. Dobbiamo rifarci ad una Legge diversa. 

Ercole, raggiunta l'Iniziazione sul monte del Capricorno, é diventato ormai a tutti gli effetti un "Maestro che serve". Non é più interessato a se stesso, alle sue ambizioni personali. È un tutt'uno con la coscienza cosmica. Non dura fatica a fare ciò che fa, perché se lo sforzo nasce dalla rinuncia di qualcosa a cui siamo attaccati (il nostro tempo, il nostro denaro, le persone che ci illudiamo di possedere...), lui oramai non possiede più questi illusori attaccamenti. Non ha più desiderio di emergere sugli altri, di essere migliore degli altri. Non é interessato a posizioni di potere perché il vero potere che ha scoperto di avere é dentro di sé e nessuno glielo può togliere o dare. 

Ma concretamente, cosa fa Ercole per ripulire le stalle? Non si mette a spazzare il pavimento da solo, illudendosi di potercela fare con le sue forze. Possiede visione d'insieme, discernimento, capacità di sintesi...E lavora non più come un sé separato ma come "gruppo". Si accorge della presenza dei fiumi e capisce che quella é l'unica strada possibile. 

Ma prima, butta giù tutti i muri delle stalle. Abbatte le barriere, per far filtrare l'acqua pulita dalle stalle fetide. 

Quando riusciamo ad abbattere le barriere interiori, che ci separano dall'altro; quando riusciamo a credere nell'altro, ad avere fiducia nell'altro; quando, avendo acceso la nostra lampada, finalmente riusciamo a vedere la Luce dell'altro, anche se nascosta...ecco che allora e solo allora possiamo far passare le acque purificatrici.

Due fiumi che simboleggiano le due acque fondamentali: l'acqua della Vita e l'acqua dell'Amore.

Gesù Cristo durante la sua missione sulla terra, ci ha consegnato l'undicesimo comandamento (undicesima fatica-undicesimo comandamento): "Amatevi l'un l'altro". Questo é ciò che siamo chiamati a realizzare in Acquario, sia come sfida personale, passando da questo segno nel mese di Febbraio, sia come Anime incarnate in quel segno durante una vita intera, e sia come esseri umani che sono appena entrati nell'Era dell'Acquario, la quale ci propone, con la sua energia, di imparare proprio questo: ad amarci l'un l'altro.


Siamo ancora lontani, tutti, da questo obiettivo, ma la buona notizia é che abbiamo ben 2500 anni per realizzarlo!



 Plenilunio in Pesci.


 Incredibile ma vero! Siamo arrivati alla dodidecisa fatica. 

Dopo un anno intero di peripezie, di sfide, di guai da risolvere, di prove da realizzare, il nostro eroe, e noi con lui, sta per varcare la dodicesima porta. 

Partiti in Aprile, passando per tutti i segni zodiacali, siamo arrivati in Pesci. Il passaggio in questo segno sancisce un ultima occasione per lavorare su di sè attraverso le sfide che questa luna piena ci propone. 

Dal prossimo mese si ricomincera' da capo per un nuovo "giro di giostra"!

Ma vediamo insieme che cosa racconta il mito di questa dodicesima fatica: 


La cattura dei buoi di Gerione. 

Il Maestro convocò Ercole per annunciarli che era in procinto di varcare l'ultima porta, che li avrebbe permesso di ottenere finalmente la liberazione e la possibilità di fare ritorno a casa.

"Recati nella città di Gerione dove un re mostruoso a tre teste, tre corpi e sei mani, tiene in ostaggio dei buoi rossi. Libera la mandria e portala alla Città Sacra. Fai attenzione al pastore e al cane a due teste che controllano i buoi. Chiedi aiuto ad Elio".

Così facendo, Ercole si mise in viaggio. Ma, per prima cosa, si recò in un tempio dove meditò e pregò per sette giorni  Elio, il dio del fuoco solare. Egli li concesse di poter usare un "calice d'oro" che Ercole utilizzò per navigare fino alla terra della sua destinazione. Una volta giunto sull'isola, il nostro eroe trovò immediatamente la mandria da salvare con il cane ed il pastore. Li affrontò senza paura, uccise il cane ma non il pastore. Una volta salvati i buoi, li prese con sè e si avviò verso la Città Sacra. Notò immediatamente una grande nube di polvere che lo inseguiva. Capì che si trattava del feroce re Gerione che lo stava attccando. I due si affrontarono faccia a faccia. Il mostro a tre teste e tre corpi, sbuffava fuoco ma fu colpito da una freccia che lo trafisse da parte a parte. 

Ercole potè così condurre la mandria nel luogo desiderato, non senza difficoltà. Più volte smarrì il sentiero ma tornò sempre sui suoi passi, arrivando a destinazione. 

Il Maestro lo accolse con goia, dicendoli: "L'immortalità è tua. Hai superato tutte le prove. Sei tornato a casa. Il tuo compito umano è finito. Ora inizia il compito cosmico".


Quando l"anima arriva a passare nel segno dei Pesci, è alla fine del suo viaggio. Questo può significare il viaggio che ogni anima compie di mese in mese e di segno in segno, durante un anno solare oppure, allargando lo sguardo, il lungo percorso che ogni anima percorre durante la sua evoluzione e che si conclude al momento opportuno, passando attraverso i dodici segni per le ultime dodici vite;

e i Pesci sono l'ultima porta prima di non incarnarsi mai più. Ecco perchè si dice che Cristo fosse l'uomo dei Pesci. 

Il segno dei Pesci è quindi il segno del cosiddetto Salvatore del Mondo, cioè di colui che affrontate tutte le prove e passati tutti i segni per l'ultima volta, approda alla possibilità di fare qualcosa per la salvezza del mondo e dei suoi abitanti. Proprio come Cristo che con la sua venuta insegnò all'essere umano la Legge dell'Amore. 

Così anche Ercole, dopo aver passato tutti i segni per l'ultima volta, approda in esci. Qui ha la visione di qualcosa che può fare per aiutare il mondo in difficoltà. E non si tira indietro. Perchè quando si arriva a questo punto, l'interesse personale non esiste più, ma esiste soltanto il bene più grande. C'è un mostro con tre corpi e tre teste che tiene in ostaggio dei buoi rossi. Cosa significa tutto questo a livello simbolico? Ce lo spiega il Maestro Tibetano nel suo libro Le fatiche di Ercole ovviamente.

Il mostro rappresenta l'essere umano composto da tre corpi (fisico, emotivo, mentale) che, attraverso i desideri egoistici continuamente non appagati (i buoi rossi), tengono l'umanità prigioniera. Fin quando luomo non riuscirà a mettere sotto il proprio controllo i tre corpi suddetti, non potrà superare la sua continua bramosia, che è la fonte della sua infelicità, e di conseguenza non potrà liberarsi. 

I desideri che continuamente affollano l'essere umano in cerca di soddisfazione senza fine, sono controllati da un pastore (la mente) e da un cane (la natura emotiva). Ercole uccide il cane ma non il pastore, perchè mentre è necessario sganciarsi dalla dittatura delle nostre emozioni attaccate alla forma e quindi illusorie, è invece importante mantenere il potere sulla mente, strumento che se conosciuto e saggiamente utilizzato, ci porterà in alto. Nessun essere umano può esistere senza la mente. Dobbiamo solo imparare ad usarla correttamente. 

Ercole salva i buoi e il pastore (la mente che controlla i desideri) e li trasporta dentro la coppa d'oro (il Santo Graal) fino alla destinazione. Il suo compito volge così al termine nel momento in cui, quale Salvatore del Mondo, oltrepassa la Porta ed entra nella Città.

Da qui in poi di Ercole non si avranno più traccie. 

E noi che cosa ci portiamo via da questa esperienza lunga un anno? 

Come sempre in nostro soccorso arrivano le parole del Maestro:

"La storia di Ercole ci racconta in realtà il progresso dell'anima dall'ignoranza alla saggezza, dal desiderio materiale all'aspirazione spirituale, dalla cecità dell'umanità bambina fino alla pura visione di Dio. Questo vecchio racconto comprende tutte le fasi della vita dell'aspirante e tutti noi possiamo applicare a noi stessi e ai nostri problemi quotidiani, le prove, i tentativi, i fallimenti e i successi di questa figura eroica che secoli fa lottò per la stessa meta per la quale anche noi lottiamo adesso."

"Ercole rappresenta l'uomo incarnato ma non ancora perfetto che ad un certo punto della sua evoluzione, prende in mano la sua natura inferiore e volontariamente si sottomette ad una disciplina che lo condurrà all'emergere della sua innata divinità." 

Ercole ci accompagna, con i suoi dubbi, i suoi errori ma anche i successi, nel Sentiero del Discepolato fino all'Iniziazione. Ciò che accade dopo è per noi un mistero che per adesso non vale la pena di indagare.

Osservando il cielo stellato ogni sera possiamo leggere questa storia attraverso quel meraviglioso dipinto di stelle attraverso il quale Dio sembra aver dipinto il suo Piano per noi. Un dramma eternamente rappresentato sopra le nostre teste!




 

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