Plenilunio in Gemelli: fusione di Anima e corpo.


 
Plenilunio nel segno dei Gemelli.
Questo Plenilunio, assieme a quelli di Aprile (Ariete) e Maggio (Toro), é tra i più importanti dell'anno e corrisponde ad una festività altrettanto fondamentale. Così come in Aprile si festeggia la Pasqua e in Maggio la Festa del Wesak, in Giugno si celebra sia la Giornata Mondiale della Grande Invocazione, la preghiera per eccellenza della Nuova Era in cui stiamo entrando, sia la Festa dell'Umanità, detta anche della Buona Volontà. 
In questo post, però, non mi dilungheró in questi particolari, ai quali in futuro dedicherò dei post a parte.
Parlerò invece nel dettaglio di quello che significa questo Plenilunio, delle prove che ci propone, delle lezioni che ci insegna e di quanto rappresenti un punto fondamentale nel cammino "verso Casa".
Come nei post precedenti (Aprile e Maggio), farò riferimento al libro blu "Le fatiche di Ercole" di Alice Bailey, ricordando fin dal principio che Ercole rappresenta il discepolo in cammino sul Sentiero.

La terza fatica:

Raccolta dei pomi aurei delle Esperidi.


A seguito dei conseguimenti ottenuti con fatica e sacrificio da Ercole nelle prime due prove, la terza Porta poté aprirsi dinanzi a lui, il quale immediatamente si alzò, pronto per incamminarsi di nuovo. Una Parola (una frase sacra) riecheggiò accompagnandolo: "Che Ercole possa cercare i pomi d'oro senza scoraggiarsi, illudersi o avere troppa fretta. Che impari la perseveranza."

In una terra molto lontana esisteva un albero sacro dai frutti d'oro: l'albero della Saggezza.
Tutti gli uomini, compreso Ercole, lo desideravano.
Così, messosi in cammino, Ercole chiese aiuto alla voce della sua coscienza, affinché potesse mostrarli la via più veloce per trovare ciò che cercava. Ma la sua voce interiore lo ammonì subito, ricordandoli che la giusta strada per arrivare é lunga e che ogni uomo, lui compreso, deve trovare da solo la via che cerca. 
Due sole indicazioni vennero date ad Ercole: l'albero sacro é custodito da tre fanciulle e da un serpente dalle cento teste; sulla via incontrerai 5 prove.

Oltrepassata la terza Porta quindi, Ercole, pieno di entusiasmo, iniziò a cercare. Ma nessuno sapeva dove fosse l'albero e nessuno poteva aiutarlo. Peregrinò in lungo e in largo senza successo. Si fermò così, scoraggiato e abbattuto.
In suo soccorso, fu così inviato un messaggero di Dio che gli si presentò sotto svariate forme e li parlò in diverse lingue ma Ercole, accecato e triste, non lo riconobbe e non lo ascoltò.
Ecco che la prima delle 5 prove era stata superata: il fallimento.

Allora, Ercole, nonostante tutto, continuò la sua ricerca, andando verso sud (il mondo delle tenebre). Qui incontrò un serpente e i due lottarono senza tregua sulla terra. Nonostante la sua grande forza, Ercole non riusciva ad abbatterlo e si stupiva di questo. Finchè ebbe l'intuizione di sollevare il serpente in aria. Così facendo, la bestia crollò.
La seconda prova era stata vinta: dalla terra al cielo.

Con nuovo fervore e coraggio, Ercole continuò il suo cammino. Qui, incontrò Busiride, detto il grande ingannatore. Apparentemente saggio e capace di belle parole, convinceva gli uomini di sapere la Verità.  Ed era così convincente, che questi li credevano e facevano tutto ciò che lui comandava. 
Anche Ercole non fece eccezione;  ben presto però si scoprì indebolito nelle sue intenzioni, tanto da essersi dimenticato lo scopo del suo viaggio. Ci volle molto tempo, tempo sprecato inutilmente, per capire ciò che era accaduto e ritrovare le forze per liberarsi. Solo a quel punto Ercole poté ricordare le parole dette da quel misterioso messaggero di Dio: "La Verità é dentro di te". 
Così Ercole, con un atto di volontà si liberò e riprese il suo viaggio, pagando lo scotto di aver allungato di tanto il cammino. 
  Ancora cercando, stanco e disorientato, ad un tratto sentì un grido di dolore. Pur non volendosi fermare, per paura di perdere ancora del tempo prezioso, quel grido li risuonò dentro e non poté fare a meno di guardare. Davanti ai suoi occhi, Prometeo legato ad una roccia e torturato da famelici avvoltoi.  Immediatamente Ercole lottò per liberarlo e ci riuscì.

Poi si rimise in cammino. 
La voce del Maestro per la prima volta lo raggiunse direttamente:  "La quarta prova é superata. Non esiste ritardo sulla via. Esiste solo il Servizio".

Dopo aver ormai cercato ovunque, finalmente Ercole ricevette un'indicazione da un "passante": l'albero sacro si trovava in cima ad una montagna molto distante. Tutto pieno di fervore, si affrettò nella giusta direzione. E proprio nel momento in cui sentiva di essere ormai vicino alla meta, davanti a lui trovò Atlante, stanco e vacillante con tutto il peso del mondo sulle spalle.

Ercole non poteva rimanere indifferente a quella vista e così si precipitò ad aiutarlo. Dimentico dell'albero e delle sue mele d'oro, Ercole tolse il peso dalle spalle del gigante stanco e lo mise sulle proprie. In quel preciso momento, il peso scomparve e i due si ritrovarono liberi e leggeri.
Adesso, davanti a lui, le tre fanciulle li porgevano i pomi dorati. 

La prima, Egle la bella, li ricordò che "la Via é sempre segnata da azioni amorevoli".
La seconda, Eriteia, la custode della Porta, aveva nella mano un pomo con inscritto in oro la parola Servizio.
 E la terza, Esperia la stella della sera, che lo salutò dicendoli:" Vai e servi". 
Ma Ercole non prese nessun pomo d'oro per sé. Li lasciò per coloro che sarebbero venuti in futuro.
E tornò da dove era venuto. 

Questa fatica tratta principalmente dell'estenuante lavoro che sfocia nella tanto desiderata fusione tra anima e corpo. 
Nelle prime fasi del percorso evolutivo (milioni di incarnazioni!) la voce dell'anima non é sentita. E' troppo lontana e troppo soffocata per giungere all'orecchio (interno) della personalità. L'ego la fa da padrone. I desideri personali, all'inizio prevalentemente materialistici, poi gradatamente sempre più sottili e elevati, guidano l'uomo durante tante vite.
Arriva un momento però in cui quella flebile voce viene finalmente sentita per la prima volta. Passerà ancora molto tempo (inteso sempre come successione di vite) prima che non solo sia udibile ma anche credibile. Occorreranno tante esperienze di "uccisione" dell'ego, in senso figurato ovviamente, perché solo il suo abbassamento può lasciare spazio all'anima che timidamente fa capolino dal cuore. 
Andando avanti nel Sentiero, l'anima prende sempre più il controllo della personalità, fino a quando finalmente le due si fondono in un'unica essenza.

 
Questa terza fatica ci racconta esattamente cosa dobbiamo attraversare per arrivare a quell'importante traguardo.
L'anima e il corpo che si uniscono, che collaborano in un tutto integrato, ai fini del Servizio all'umanità che ha bisogno.
Per molto tempo c'è stata l'aspirazione, la ricerca e il lavoro interiore. Adesso é il momento di uscire fuori, di portare in azione i frutti dei propri conseguimenti.
A livello simbolico in questa storia troviamo ovviamente "la mela". Simbolo per eccellenza, magistralmente usata nella Genesi per raccontare la nascita del principio mentale nell'essere umano primitivo: il serpente tenta Eva con la mela, che rappresenta il frutto proibito. Nel momento in cui Eva fa la sua scelta e coglie la famigerata mela rossa, accede ad un mondo di significati fino ad allora sconosciuti e irraggiungibili. Il bene e il male. L'Anima e il corpo. Lo Spirito e la forma.

All'inizio della fatica, come abbiamo visto, Ercole é solo e senza aiuti, apparentemente. Dovrà trovare da sé la strada giusta. E lo farà, non senza difficoltà, cadute e riprese.
Una delle prime prove che deve affrontare é la lotta con il serpente, altro elemento simbolico che troviamo in tante storie e leggende del passato. Il serpente rappresenta il mondo delle illusioni, che strisciano a terra tenendo l'uomo legato alla materia. Fin quando non avremo l'arma dell'intuizione, che può venire solo dal contatto con l'anima,  sganciandoci dalla terra e dalle sue tentazioni, per volgere il nostro sguardo "in aria (i Gemelli sono infatti un segno d'aria), non potremo liberarci, non potremo sconfiggere la bestia. 
Poco dopo, sulla Via, Ercole incontra un altro personaggio ambiguo: Busiride, il Dio delle acque, figlio di Poseidone (l'acqua é da sempre il simbolo del mondo emotivo, volubile e ingannevole). L'incanto delle sue parole, apparentemente sagge e accattivanti, affascina Ercole, soggiogandolo. Come accade a tutti noi, quando per molte vite, siamo sotto il controllo delle nostre emozioni. Per quanto possano sembrare reali, ci portano sempre nell'inganno, allontanandoci dalla realtà. Questo non significa che il mondo emotivo non debba esistere; semplicemente, non può avere il nostro controllo. Solo l'Anima può averlo.
Poi, ancora, l'incontro con Prometeo e la sua sofferenza, alla quale Ercole non sa resistere. Quando si raggiunge quello stadio del Sentiero, non é più possibile voltare la testa alle sofferenze del mondo. Possiamo solo fermarci e fare la nostra parte.
E poi, l'ultima grande prova: Atlante e il peso del mondo. Qui Ercole é il discepolo che finalmente, dopo eoni di egoismi, dimentica se stesso. Dimentica persino il nobile scopo del suo cammino. Resta solo il Servizio e niente più. 

Finalmente Ercole é Anima e corpo uniti, fusi, integrati e impegnati in un Servizio nel mondo. 
La costellazione dei Gemelli é costituita da due stelle, Castore e Polluce, i gemelli appunto. Castore, nel mito, era considerato mortale mentre Polluce, immortale. Proprio come il corpo e l'anima. Astronomicamente si sta osservando come negli ultimi anni lo splendore di Castore stia impallidendo mentre quello di Polluce stia aumentando.

 Ecco che la nota di questo Plenilunio é proprio: riconosco il mio altro sé e mentre quello declina, io cresco e splendo
Precisamente la storia dell'uomo che dal dominio del corpo e della personalità, cede il passo al dominio dell'Anima.
Questa lezione, la terza per Ercole ma in realtà la prima vera lezione, può essere appresa solo dopo il conseguimento delle prime due (in Ariete e Toro): il controllo della mente e il domare il desiderio. Adesso é richiesto un passo in più: una presenza, una fede tramutata in conoscenza della Via da percorrere per ritornare "alla Casa del Padre".

Gli aiuti sulla Via non mancano, ma sta a noi smettere di essere ciechi. Come Ercole, abbiamo spesso dei momenti di elevazione, di sfolgorante comunicazione con l'"alto", ma spesso non ce ne accorgiamo e dimentichiamo il tutto in fretta, presi come siamo dai nostri "affari quotidiani". Anche l'aspirazione spirituale rappresenta spesso un intoppo, tanto diventa ingombrante, impedendo il passaggio della luce. E così, alterniamo quei rari momenti di conoscenza, con il ritorno nel mondo, finché, prova dopo prova, riusciamo ad aprire gli occhi del cuore. Ecco allora che l'indicazione giusta arriverà.

Alla fine della Via, anche la tanto agognata ricompensa arriva. Ma, sorpresa nelle sorprese, a quel punto, non ci interessa più, perché siamo andati ben oltre noi stessi, pronti ormai a calcare la Via, con azioni amorevoli di Servizio.






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