Plenilunio in Scorpione: uccidere il mostro.



Mese di Novembre, plenilunio nel segno dello Scorpione. 
Questa Luna piena coincide con l'ottava fatica del nostro eroe Ercole, che come ogni aspirante sulla Via, si troverà ad affrontare una delle prove più difficili ma al contempo fondamentale per passare "oltre" al velo...

L'ottava fatica: La distruzione dell'Idra di Lerna.




Un tempo lontano, nella città di Argo, afflitta da una forte siccità, una ninfa di nome Amimone pregò il dio Nettuno di aiutarla. Eglixzc accettò la sua preghiera e le comandò di rompere una grande roccia, dalla quale sgorgarono zampillanti acque limpide. 
Il problema sembrava risolto; sennonché, immediatamente dopo, un enorme esemplare di Idra, serpente mostruoso dalle nove teste, decise di stabilirsi proprio in quelle acque, trasformandole in una malsana palude, la palude di Lerna. 
Il nostro eroe Ercole, era ormai pronto di fronte all'ottava porta. Li fu comandato di combattere e uccidere l'Idra mostruosa. Un compito affatto facile, visto che per ogni testa tagliata, ne ricrescevano due. 
Una missione quasi impossibile.
Il Maestro, consigliò ad Ercole di non affidarsi alle armi comuni e soprattutto li rammentò queste importanti parole: "Noi ci eleviamo inginocchiandoci; conquistiamo arrendendoci; guadagniamo donando".
Ercole partì.
Avvicinandosi alla palude di Lerna, Ercole sentì il fetido odore che da miglia e miglia si faceva sentire. Ovunque, tremende sabbie mobili rendevano inavvicinabili quelle fetide acque.
Ad un certo punto, trovò la buia grotta dentro la quale l'orrenda bestia era solita nascondersi.
Dopo aver molto atteso inutilmente che il mostro decidesse di uscire allo scoperto, Ercole lo provocò, inviando frecce infuocate direttamente all'ingresso della grotta. La bestia iniziò ad agitarsi. Le nove teste sputavano fiamme. L'enorme coda squamosa sbatteva sull'acqua sporca.


 Alta tre metri, spaventosamente minacciosa, orribile somma di tutti i pensieri più orrendi e osceni prodotti dall'umanità fin dalla notte dei tempi.
Ercole con un coraggio senza pari, si lanciò contro il mostro che però ad ogni attacco, si faceva più forte. 
Allora, il nostro eroe si ricordò le parole del Maestro: gettò le armi, si inginocchiò ai piedi della bestia, la afferrò sollevandola in alto. Solo così, la sua forza iniziò a diminuire. Tenendola sospesa al di sopra della sua testa, veniva purificata dall'aria e dalla luce. 
Quel mostro infatti, tanto forte e spavaldo nel buio, diveniva un agnellino spaventato sotto la luce del sole. 
Si avvizzì piano piano, fino a morire. 
A quel punto, Ercole si accorse che tra le nove teste, ve ne era una immortale. La tagliò e la seppellì sotto una roccia. 
La prova era superata con successo.

Iniziamo l'interpretazione di questa fatica connessa al plenilunio dello Scorpione, ricordando che ci sono due differenti direzioni, oraria ed antioraria, lungo le quali ognuno di noi, nel suo percorso evolutivo attraverso le diverse incarnazioni, passa nella ruota dello zodiaco e dei suoi dodici segni zodiacali. 
Per molte vite, infatti, giriamo in questa ruota in senso orario, passando molte volte da un segno zodiacale all'altro, imparando le lezioni  previste per noi, facendo le dovute esperienze, accumulando o smaltendo karma e così via!
Ad un certo punto però, la ruota si inverte e finalmente, Discepoli sulla Via del ritorno, passiamo da quegli stessi segni zodiacali ma in senso antiorario. Le lezioni da imparare nelle due direzioni, sono completamente diverse. 
Questo vale per tutti i segni dello zodiaco. Quindi anche per lo Scorpione. 
Il divario tra il motto dello Scorpione sulla ruota ordinaria e il motto sulla ruota del ritorno é molto ampio, più che negli altri segni. È quasi opposto!
 Quindi l'esperienza dell'uomo comune in questo segno sarà tanto diversa dall'esperienza del discepolo che passa da qui mentre torna a casa.
È importante sapere questo, non solo per conoscere la nostra posizione, ma anche per sapere su cosa dobbiamo lavorare. Infatti, se i nati nel segno dello Scorpione, avranno tali prove come life motive principale della loro vita, tutti noi durante il plenilunio in questo segno, ci troviamo ad affrontare, anche se in piccolo, quelle stesse prove. 
Per alcuni di noi saranno più intense, per altri meno; ciò dipende da diversi fattori che entrano in gioco a complicare il tutto!
Sulla ruota ordinaria, dell'uomo "comune" per intenderci, cioè colui che ancora non si é risvegliato, che é completamente identificato con questa vita e le sue regole, il motto dello Scorpione sarà: "Fiorisca Maya, l'inganno prevalga". 


Cosa significa questo? Detto fra noi, niente di buono! 
Infatti, coloro che appartengono a questo segno senza averne nessuna consapevolezza, sono attratti fortemente da tutto ciò che é forma, andando incontro poi ad inevitabili conseguenze. 
Un mostro a 9 teste proprio come l"Idra del nostro Ercole, una più terribile dell'altra:
1. La ricerca del denaro, come fonte di potere, da accumulare con insaziabile impegno;
 2. il sesso, che nei casi più estremi può arrivare anche alla perversione;
 3. la ricerca sfrenata del benessere a tutti i costi; 
4. la paura, di perdere ciò che si é faticosamente guadagnato, ma anche la paura del ridicolo, del fallimento, dell'incognito, del rischio, della morte;
 5. l'odio per l'altro in quanto diverso;
 6. il desiderio di potere, usato per schiacciare e travolgere; 
7. l'orgoglio, una prigione costruita intorno all'anima; 
8. la separatività, che analizza e scompone il tutto in tante piccole parti dissociate; 
9. la crudeltà , concetto che non necessita di tante spiegazioni. 


L'uomo in Scorpione nelle sue prime incarnazioni, rischia di perdersi, di vagare nella nebbia, di fare e farsi del male, pagandone poi le dovute conseguenze. Per tante vite é sopraffatto dal mostro, e continuerà ad esserlo fino a quando, finalmente, Aspirante sulla Via, come il nostro Ercole, inizierà la lotta contro la bestia. 
Allo stesso modo, anche se in misura minore, tutti noi siamo chiamati a scovare la bestia e a combatterla, proprio durante i giorni del plenilunio dello Scorpione.
Primo fondamentale passo, sviluppare la necessaria discriminazione per accorgersi dell'esistenza del mostro. Per tanto tempo infatti, abbiamo convissuto con le nostre parti fangose. Ci siamo illusi che fossero "normali", accettabili. Forse ne abbiamo anche tratto del piacere. 
Ercole va alla ricerca della bestia. Lui sa adesso che c'è un mostro da trovare. 
E dove lo trova? Non solo nella palude fangosa e maleodorante ma soprattutto nascosta nella buia grotta.
Le nostre parti-ombra, di cui a volte ci vergogniamo, difficilmente stanno alla luce del sole. Siamo soliti nasconderle, nel buio. Ci vuole molta determinazione e coraggio per scavare dentro di sé e dirsi la verità rispetto a se stessi. Ci vuole pazienza, perché una volta trovata la sua tana, la bestia non uscirà allo scoperto così facilmente. 
Sapremo aspettare? 
Ci vuole umiltà per far sì che esca dalla grotta del subconscio, dove tutti noi nascondiamo i segreti che non si possono raccontare. Perché metterebbero a rischio il nostro ruolo sociale, lo status quo faticosamente costruito.
 Ambiguità, ipocrisia, presunzione, piccole e grandi perversioni, moti violenti, autolesionismo...chi di noi non porta dentro di sé anche solo uno di queti segreti?


Idra, mostro mitologico, figlia di Echidna e Tifone, serpente acquatico dalle tante teste che se tagliate, ricrescono senza pietà. 
Simbolicamente, quella parte che dimora nelle caverne della mente e nei suoi anfratti meno illuminati, le sotterranee e oscure regioni del subconscio. A volte se ne sta silenziosa, in disparte e magari ci illudiamo che se ne sia andata; altre volte, esce allo scoperto dirompente e rumorosa, creandoci problemi a non finire. Per lungo tempo, non solo non sappiamo di ospitarla, ma addirittura la nutriamo, la sosteniamo con i nostri pensieri, le nostre azioni sbagliate, nocive. 
Idra, serpente che vive nelle acque paludose, simbolicamente il mondo delle nostre emozioni. Fin quando sarà immersa in quelle stesse acque, rese da lei stessa sporche e agitate, vincerla non sarà possibile. 
Occorre un'atra strategia.
 Ma solo il Discepolo sul sentiero può essere in grado di vederla. Prima di allora é una lotta impari. 
Ogni cosa a suo tempo!
Quando inizia una prima parvenza di integrazione nella personalità, quando finalmente dopo molti eoni, i corpi fisico-emotivo e mentale funzionano come un tutt'uno, ecco allora e solo allora l'uomo é pronto a sconvolgere nuovamente il suo equilibrio e lo fa proprio nel segno dello Scorpione. 
E anche noi, che magari non apparteniamo a questo segno, in queste settimane, siamo chiamati proprio a questo compito. Accorgerci della presenza delle nostre parti ombra, per trovarle, stanarle e....ucciderle? 
 Assolutamente no! 
Il nostro compito, una volta trovate, non é quello di uccidere, ma semmai di trasformare, trasmutare...
A volte siamo tentati di estirpare, togliere, cancellare il mostro a nove teste, tanta é la ripugnanza che proviamo; ma non é mai la scelta giusta. Nessuna repressione o inibizione può infatti rappresentare una soluzione definitiva. Ciò equivale ai primi tentativi di Ercole che tagliando una testa, se ne ritrova due.
Ogni testa simboleggia un problema che assilla l'umanità. Quegli stessi problemi che in un tempo lontano ci attraevano e ci davano piacere, adesso diventano sempre di più un peso, un fardello.
Il grande lavoro interiore, alchemico, di ogni aspirante, diventa allora quello di riconoscere prima e trasmutare poi queste energie.
 Il metodo di lavoro é applicabile nei confronti di tutte le energie che sentiamo essere nocive:
1. Imparare a sentire che qualcosa si sta muovendo dentro di noi (può essere un sintomo fisico, un pattern emotivo, un flusso di pensiero).
2. Riconoscere se ciò che stiamo sentendo é nocivo oppure no: dobbiamo essere molto attenti qui. Spesso infatti ciò che in un primo momento appare come "piacere", si dimostra poi un dispensatore di dolore.
3. Dare un nome a ciò che sentiamo. È molto importante essere onesti con se stessi per poter portare in superficie elementi che non vogliamo vedere o sentire.
4. Se abbiamo capito che siamo di fronte ad un elemento che é nocivo, per noi o per gli altri, e se siamo veramente motivati a modificarlo, cosa non sempre scontata, perché questo significa perdere una certa quota di "piacere", allora possiamo iniziare a trasmutare. Questa é la fase più complessa e delicata. Trasmutare significa innanzitutto  stare fermi senza ricadere per l'ennesima volta, nei comportamenti sbagliati di sempre. Significa saper aspettare con disciplina e volontà, senza fuggire in facili vie di fuga. Significa aspettare che quella preziosa energia, che per lungo tempo abbiamo canalizzato in basse frequenze e comportamenti sbagliati, possa finalmente salire su, esporsi alla luce dell'anima, della sua infinita saggezza. Adesso, tutto gli apparirà sotto una luce nuova.
Cosi, l'inutile accumulo di denaro, diventa una fame insaziabile di conoscenza e volontà  spirituale; la sessualità viene sublimata, diventando incontro tra anime prima e creatività divina poi; la ricerca del benessere diviene una spinta irrefrenabile a svelare il segreto della vita; la paura scompare a mano a mano che la coscienza si stabilisce in alto (quando sai di essere immortale, non puoi più avere paura della morte); l'odio per l'altro si trasforma lentamente in distacco e rifiuto della forma, sostituita dall'amore per la vita; il potere diventa volontà, attributo divino per eccellenza, al servizio dell'amore; l'orgoglio viene sostituito dall'umiltà (mettersi in ginocchio di fronte al mostro): è la personalità che finalmente si sacrifica per l'anima; la separatività, diventa capacità di sintesi (Finché Ercole combatte con un mostro a nove teste, non riesce ad ottenere nessun risultato. Solo quando si approccia al mostro come un unico animale, un'unità, ottiene il trionfo); la crudeltà diventa compassione (compito ancora non effettuato dal genere umano ad oggi, come ci ricorda spesso anche il Dalai Lama nei  suoi scritti quotidiani). 
Ecco che il motto dello Scorpione, evoluto e risvegliato, diventa: "Sono il guerriero e dalla battaglia esco trionfante".
 Ettore, raccoglie tutta la sua umiltà, si inginocchia nel fango, osserva il suo problema da un'altra angolazione, alla luce della saggezza, con l'aiuto del pensiero. 
Solo alla fine, quando ormai la bestia ha perso forza e potere, solo allora Ercole fa una scoperta incredibile: si accorge che una delle nove teste é immortale. Ma quale significato può avere per noi questa scoperta? 
Dietro ogni difficoltà, dietro ogni nostro problema, dietro ogni nostra parte ombra, anche la più crudele, si nasconde sempre un gioiello di grande valore; un premio, che come un fiore di loto si fa strada dal fango per emergere sopra le acque.


 Ecco che lo scopo ultimo del guerriero in Scorpione, come siamo noi in questi giorni di Novembre, non é tanto quello di sconfiggere il mostro ma piuttosto di liberare quella quota di energia che era prigioniera ma che adesso finalmente trasformata e sublimata, può manifestarsi all'esterno come un nuovo potere.
 La testa immortale viene nascosta da Ercole sotto la roccia, la roccia della Volontà affinché non vada perduta,  per controllarla e incanalarla in qualcosa di più alto e utile.
Adesso finalmente la lotta é finita e il trionfo é assicurato.
Ci possiamo avviare verso la nona porta... 





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