Plenilunio in Capricorno: la discesa all'inferno.

"Mi perdo nella luce superna, ma a quella luce volgo le spalle".

Questo é ciò che accade quando l'aspirante sul cammino passa finalmente dal segno del Capricorno, raccontato in questa decima fatica.

 Mentre fino ad allora la parola chiave era stata "Che l'ambizione governi e la porta sia spalancata", adesso che il senso delle proporzioni é stato raggiunto, adesso che tutta la personalità con i suoi corpi inferiori, é stata purificata e posta sotto controllo, adesso e solo adesso, l'aspirante, ormai Discepolo verso l'Iniziazione, abbandona una volta per tutte le ambizioni personali e pur vedendo la Luce della sua anima, le volge le spalle, perché ha del lavoro da fare, c'è un'umanità bisognosa da aiutare. 

E lui adesso é pronto a farlo.

Questo é ciò che si raggiunge in Capricorno e questo é ciò che tutti noi in piccolo realizziamo durante questo Plenilunio. 

Una volta tanto sono partita dal finale anziché dal principio della storia, per sottolineare la grandezza dell'opera che ci accingiamo  a realizzare e che il nostro Ercole ci rappresenta attraverso la decima fatica.

L'uccisione di Cerbero, il guardiano dell'Ade. 

La Grande Voce risuonò e disse: "La luce della vita deve ora risplendere nel mondo delle tenebre".

Il Maestro annunciò ad Ercole che la decima porta doveva essere oltrepassata e che una difficile prova lo attendeva. Salvare Prometeo. Egli giaceva da tempo immemore su una roccia, legato da pesanti catene. Un feroce avvoltoio beccava senza pietà il suo fegato, sanguinante ed egli era costretto per l'eternità a soffrire le pene dell'inferno. Il Maestro spiegò che Prometeo era stato punito perché aveva rubato il fuoco dal cielo e che nessuno fino ad ora era riuscito a salvarlo. Il luogo dove risiedeva era conosciuto con il nome di Inferno, il cui guardiano era il terrificante Cerbero, cane a tre teste e con la coda di serpenti. 


Ercole, non per niente scoraggiato da questo tremendo racconto, si mise subito in viaggio, oltrepassò la decima porta e si avviò verso l'inferno. Cominciò quindi a scendere. L'aria si faceva sempre più pesante e l'oscurità avvolgeva il tutto. Ma la volontà di Ercole era ferma e così continuò a scendere per un lungo, lungo tempo. 


Tre cose furono necessarie durante la sua discesa agli inferi:

-la purificazione di sé

-l'iniziazione ai misteri

-il servizio

Compiuti questi tre atti fondamentali, finalmente Ercole giunse al fiume Stige, quel tenebroso corso d'acqua che le anime dei defunti devono attraversare. Dall'altra parte, l'entrata nell'Ade, il regno dei morti. Percorrendo sentieri ricchi di insidie di ogni tipo, Ercole giunse di fronte al re degli inferi che, accoltolo in malo modo, lo minacciò di dover sconfiggere con le proprie mani il terribile Cerbero, il cane a tre teste, per poter liberare Prometeo. 

Ercole proseguì così la sua missione e una volta arrivato di fronte alla bestia, non perse tempo e afferrandolo per la gola iniziò a strozzare una delle sue tre enormi teste, quella centrale. Il mostro si divincolava ma ben presto esaurì le sue forze, cedendo sotto le potenti mani dell'eroe. 

Una volta ucciso, Ercole proseguì il cammino, trovò Prometeo e lo liberò. 


La Grande Voce allora risuonò: "La luce ora risplende nel mondo delle tenebre".


Tutte le prove che Ercole, l'aspirante sulla Via, ha superato fino ad ora, riguardavano la sua liberazione personale, ovvero simboleggiano per tutti noi le prove da affrontare per liberarci dalla presa della forma, della materia che per eoni ci ha intrappolati. 

Arrivati finalmente qui, possiamo dire a buon ragione di aver raggiunto un buon punto. Da adesso in poi, infatti, non lavoreremo più per un conseguimento personale, ma, essendo ormai liberi e impersonali, lavoreremo per il gruppo e per le sue necessità. 

Ricordiamoci infatti sempre che l'Anima non é qualcosa che ci appartiene individualmente, come spesso pensiamo. Non esiste "la mia anima" o la "tua". L'Anima che vitalizza i nostri corpi é un frammento di ciò che spesso viene definito l'"Anima Mundi, l'Anima Universale, l'Anima Cosmica. 


Un'entità che condividiamo e che non ha coscienza individuale ma solo di gruppo. Quando ancora il nostro contatto con l'anima é assente o molto sottile, l'unica cosa che conta é l'individuo e i suoi bisogni. Inizialmente in un totale egoismo, anche a scapito dell'altro; poi a mano a mano che l'evoluzione prosegue, con un abbandono progressivo dei desideri strettamente personali, fino ad arrivare, come Ercole, al punto che il bene dell'altro o degli altri é molto piu importante del proprio. È l'Anima che parla ormai, é Lei che ci indirizza in relazioni sempre piu ampie e universali, guidata dall'Amore.

Il lavoro in Capricorno é un lavoro sull'Amore, non inteso in senso sentimentale o romantico ma nella sua accezione piu vera. L'amore per l'altro, chiunque esso sia, semplicemente perché parte della famiglia umana. E poi, l'amore per ogni essere vivente, che sia uomo o qualcosa di diverso da esso. Si puo' sviluppare questo tipo di amore, a volte definito incondizionato, solo se si é raggiunta la vera impersonalità, che non é durezza di cuore, non é indifferenza, ma al contrario é amore esteso a tutti. È un amore che nasce dal poter vedere l'altro per quello che é e non per quello che ci da.


Ma per fare questo, per ascendere la montagna dell'Iniziazione, occorre prima scendere all'inferno. Infatti nessuno di noi può pensare di salire "su" se non partendo dai piani bassi. 

Ma vediamo allora un po' più da vicino che cosa ha dovuto affrontare Ercole per arrivare "in cielo".

Tre cose gli furono richieste per poter scendere nel mondo degli inferi:

1. La purificazione di se stesso: dimostrare di essere libero dall'irritabilità e dall'egoismo nella vita di tutti i giorni. Infatti, se non si é capaci di vivere in modo "puro", cioè innocuo, nel proprio ambiente, con le persone che ci circondano e nelle situazioni che si presentano a noi quotidianamente, non ci sarà data la possibilità né di salire su, né di scendere giù. Resteremo esattamente dove siamo e continueremo a lavorare purificandoci, fin quando non dimostreremo di essere pronti. Ercole, quindi, come ognuno di noi, dovette purificarsi.

2. L'iniziazione ai misteri: é la discesa nel proprio inferno personale; é quel terribile periodo della vita durante il quale si deve fare esperienza diretta del proprio sé inferiore, con tutte le sue emozioni, desideri, stati d'animo, plasmandoli e trasmutandoli da sotto a sopra. Solo  dopo aver conosciuto e trasformato il proprio inferno personale, ci sarà permesso di poter conoscere l'inferno universale.

3. Il servizio: prima di andare avanti, Ercole deve impegnarsi in un'attività di servizio, ovvero salvare due persone che erano in pericolo, dimostrando di essere pronto a dimenticare se stesso e il proprio lavoro, ogniqualvolta qualcuno avesse bisogno del suo aiuto, come ogni vero Iniziato dovrebbe fare, perché ormai governato dalla coscienza di gruppo.

Adesso finalmente Ercole é pronto per scendere all'inferno e affrontare il terribile Cerbero, il cane a tre teste che protegge l'entrata agli inferi. Ancora una volta il simbolismo é molto importante. Infatti le tre teste rappresentano nell'ordine:

1. La sensazione: l'essere umano é continuamente spinto alla soddisfazione dei piaceri e dei desideri, come mezzo preferito per tenere la mente occupata. 

2. Il desiderio: é alla base di ogni sensazione. È la testa più importante delle tre e la prima ad essere afferrata e sconfitta dal saggio Ercole.

3. Le buone intenzioni non realizzate, per pigrizia, paura, inerzia...

La coda di cerbero é invece fatta di serpenti, le illusioni, che ci impediscono di procedere sulla Via e che ritardano ogni nostro passo quando non riconosciute o addirittura alimentate. 

Ma Ercole non si spaventa davanti a tutto questo. Anzi, non perde tempo e si avventa sulla bestia riuscendo quasi subito a domarla e a vincerla. Perché la sua volontà é di ferro e la paura, così come le altre emozioni, ormai non hanno più presa su di lui.

Può quindi passare oltre e liberare il povero Prometeo, avviandosi così verso le ultime due tappe: Acquario e Pesci. Ormai niente può più fermarlo. La montagna é ai suoi piedi. Il passo é fermo e saldo. Compirà gli ultimi lavori per diventare ciò che da sempre era destinato ad essere: un Salvatore del mondo.



E questo é il destino di ognuno di noi.




 


 

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