Plenilunio in Sagittario: da bruco a farfalla.

 

Come ogni anno, nel bel mezzo del periodo natalizio, ci sarà il Plenilunio nel segno del Sagittario, perché il lavoro interiore non si ferma mai e non prevede vacanze! 
Così il nostro astro principale, il Sole, che nel periodo del Plenilunio si fa vicino alla terra, continua a stimolarci.
 Il passaggio in questo segno é rappresentato dalla nona fatica del nostro eroe Ercole che passerà sotto la nona porta, compiendo con successo la prova richiesta. 
Ma vediamone il racconto:

La nona fatica: l'uccisione degli uccelli di Stinfalo.



Ormai Ercole era in grado di sentire la voce del Maestro interiore che li parlava dal suo alto luogo di pace. Così, Egli gli disse che era arrivato il momento di affrontare una nuova prova: trovare la palude di Stinfalo e scacciare gli uccelli devastatori.
Il consiglio del Maestro per fare ciò fu: "La giusta direzione da seguire sarà rivelata dalla fiamma che brilla oltre la mente".
Così Ercole si mise in cammino...
Giunto a Stanfilo, trovò subito la palude che puzzava di fetido e che era piena di uccelli che gracchiavano orribilmente. Erano dei volatili terrificanti, violenti e feroci. Avevano becchi di ferro e penne d'acciaio. Artigli lunghi e affilati.


 In quel momento, tre di quegli uccelli si precipitarono su di lui. Ercole rimase fermo immobile e tentò di scacciarli con l'aiuto della sua clava. Lo scontro durò per un po' e poi gli uccelli si allontanarono. 
Allora, il nostro eroe cominciò a pensare: come poteva scacciare per sempre quegli orrendi animali? 
Fece vari tentativi: colpirli con delle frecce affilate, ma solo alcuni caddero a terra; usare delle trappole nella palude, ma sarebbero state pericolose anche per tutti quelli che passavano di lì. 
Non trovando nessuna soluzione che lo soddisfacesse, Ercole si fermò e solo allora, ricordò il consiglio del Maestro: La fiamma che brilla oltre la mente, rivela la giusta direzione. 
Smise di pensare ed ebbe un'intuizione: Decise di utilizzare i cembali che Atena gli aveva donato al termine dell'ottava fatica e cominciò a sbatterli così forte tra loro da provocare un rumore talmente fastidioso da essere insopportabile anche per l'orecchio umano.
 Era un suono lacerante e dissonante. 
Disorientati da quell'orribile suono disarmonico, i volatili spaventati iniziarono a prendere il volo, sbattendo tra loro e gridando. Fuggirono poi lontano, per non fare mai più ritorno.
Sulla palude cadde allora il silenzio. Finalmente. 
La nona prova era stata compiuta.

Delle nove fatiche affrontate fino a qui, ce ne sono tre particolarmente significative e legate tra loro.
In Ariete, la prima fatica, Ercole, l'aspirante sulla Via, inizia il cammino sul piano mentale. Scopre di avere uno strumento potente:

la Mente appunto, ma fallisce perché lo usa in modo personale, per realizzare se stesso e per compiacersi ed essere compiaciuto. 
In Leone, Ercole scopre il proprio potere, si identifica con l'Io Sono. Ha compiuto un pezzo di strada e ormai la sua personalità é coordinata, é dominante, é come un leone feroce che tiene tutta la foresta sotto scacco. È in quella quinta fatica che Ercole, strangolando il leone, fa la sua scelta, cioè sacrifica il potere personale di dirigere gli altri dall'alto della sua potenza, crocifigge il sé inferiore, rinuncia all'auto-affermazione individuale. 
E così si avvia verso nuove prove. Uccide l'Idra il serpente dell'illusione in Scorpione e arriva in Sagittario


Il centauro, metà uomo e metà cavallo (il cavallo bianco é il simbolo della divinità, del Cristo), metà umano e metà divino, rappresenta il momento in cui, finalmente abbandonate le illusioni, possiamo vedere per la prima volta la meta. E ci orientiamo verso essa. Niente potrà ormai più farci cambiare direzione.
Prima non potevamo vedere pienamente, perché la nostra vista era offuscata dai tanti pensieri inutili che affollavano la nostra mente. 

Ercole, in Sagittario, finisce il lavoro che aveva iniziato in Ariete. Si ferma. Smette di pensare. Di pensare inutilmente.
I problemi creati dalla mente, non possono  essere risolti dalla mente che li ha creati. Ci vuole qualcos'altro. Ma quel qualcos'altro, non é accessibile a noi, fin quando la mente, con la sua attività onnipresente, non si fa da parte.
Ecco che, quando questo avviene, abbiamo accesso all'intuizione. Questa sì che ci sarà di aiuto per trovare la soluzione!

Smettere di pensare eccessivamente a quello che si deve fare e imparare più semplicemente ad essere.
Questo, il consiglio dei consigli.
Succede in Sagittario e anche noi nel nostro piccolo in questi giorni possiamo provare a fare altrettanto. 
Imparare a controllare il nostro pensiero. Pensare poco e meglio. Scegliere su quali pensieri mettere la nostra attenzione e scartare tutti gli altri. Decidere dove e per che cosa spendere la nostra energia, perché l'energia segue sempre il pensiero. E se impariamo a pensare un po' meglio, di conseguenza iniziamo anche a parlare meglio.
La parola é infatti il primo e più immediato effetto del nostro pensiero. Quello che esce dalla nostra bocca, racconta sempre ciò che pensiamo, a volte in modo diretto, altre manipolato.
"Non ciò che entra nella bocca rende l'uomo impuro; ma ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l'uomo", ci ha detto Gesù Cristo. 



Imparare a parlare dunque, ma soprattutto imparare il silenzio. Parola chiave di tutto il nostro percorso. 
I tremendi uccelli di Ercole che vivono in un pantano puzzolente. Così diventa il terreno della nostra mente se la sporchiamo con pensieri inutili, controproducenti, a volte violenti. 
Spesso non ci rendiamo conto della potenza dei nostri pensieri e delle nostre parole. Di quanto una cosa detta al vento, possa modificare l'ambiente in cui viviamo e toccare le persone con cui condividiamo il nostro tempo.
I pensieri, uccelli che volano senza controllo, con piume affilate che cadendo a casaccio, feriscono qua e là. 
In particolare, tre sono gli uccelli che attaccano Ercole: il pettegolezzo, il parlare di sé, gettare le perle dinanzi ai porci. 
Chi di noi non conosce queste tre forme di pensiero? Chi di noi, almeno una volta, non ha fatto volare questo tipo di uccelli? 
Il pettegolezzo, oltre che impatanare il fertile terreno della nostra mente, ferisce, a volte uccide. Dovremmo sempre rifiutarci di partecipare ad un pettegolezzo; non solo non producendolo attivamente ma anche rifiutando il suo ascolto passivo, fatto per rimanere nel gruppo.
Il parlare di sé, presuppone un attenzione concentrata e focalizzata su se stessi, cosa che non può portare niente di buono. Certo, dobbiamo occuparci dei nostri affari, ma l'eccesso diventa ossessione e quindi ansia.
Gettiamo le perle ai porci ogni volta che diamo qualcosa di noi a qualcuno che in quel momento non é pronto per ricevere. Può accadere quando vogliamo a tutti i costi raccontare di noi all'altro oppure quando vogliamo imporre, anche con finalità di bene, la nostra verità a qualcuno che non é pronto per riceverla. In ogni caso, é sempre meglio evitare e attendere che arrivi il momento giusto; così l'altro avrà avuto qualcosa che li é utile e noi non avremo sprecato la nostra preziosa energia.
Se eviteremo questi tre errati modi di parlare, e quindi di pensare, diventeremo un po' più innocui e ne osserveremo il beneficio nella nostra vita di tutti i giorni.
Il passaggio nel segno del Sagittario é un momento di grande trasformazione interiore che però dall'esterno sembra immobilità.
 Proprio come il bruco che se ne sta dentro alla sua crisalide e da fuori sembra non faccia niente a parte aspettare, così come Ercole si ferma aspettando l'arrivo dell'intuizione, anche noi possiamo fermarci e lavorare dentro di noi affinché la meravigliosa farfalla che siamo possa finalmente uscire fuori e prendere il volo!




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