Innocuità

Durante l'infanzia, quando ero ancora molto piccola, sentivo il bisogno di essere "buona". Con questo non intendo semplicemente il voler essere una brava bambina, che si comporta bene, che fa quello che le viene detto di fare, e sicuramente lo sono stata, ma qualcosa di più. Mi portavo dentro il bisogno di occuparmi del bene degli altri, di non nuocere loro e addirittura il desiderio di mettere le esigenze altrui davanti alle mie. Un tempo lo avrei definito un istinto; oggi, più un bisogno dell'anima. Ero una bambina riflessiva e silenziosa e provavo una gran gioia a fare il bene. Crescendo però, questa mia caratteristica ha iniziato a confondermi, a crearmi delle difficoltà. Le richieste della vita aumentavano e soddisfare le esigenze degli altri diventava sempre più complicato. Il confine tra bontà e compiacimento, era sempre più sottile. Facevo del bene oppure accontentavo l'altro per paura delle consguenze? E questa era davvero la mia natura oppure era la conseguenza di un ambiente poco sensibile? Nel fare del bene agli altri, mi annullavo forse? Le domande iniziavano ad affollarsi nella mia mente. E le risposte tardavano ad arrivare. In più, ogni giorno ti viene detto che per sopravvivere in questo mondo di iene devi avere carattere, personalità ...E così, se tu hai un temperamento un po' diverso, più morbido, meno aggressivo, inizi ad avere dei dubbi su te stesso e sulla tua capacità di "stare al mondo". Più che una iena, io mi sentivo una tartaruga o al massimo un porcospino. Negli anni dell'adolescenza, ho iniziato ad odiare quel mio lato "buono", a criticarlo, a metterlo in dubbio. Lo percepivo come la prova schiacciante della mia debolezza, inadeguatezza, mancanza di carattere. E allora, va ucciso! Ho provato in tutti i modi a soffocare quella parte di me. Più la guardavo e più la odiavo. Cercavo di nasconderla ma ogni tanto faceva capolino, mettendomi in grande imbarazzo. Gridavo: "Quella non sono io!"...ma chi ci credeva? Più mi sforzavo di mascherarmi e più la vita mi faveva lo sgambetto. Che sofferenza! E che fatica! Questo tipo di processo interno, col tempo, ovviamente ti presenta il conto da pagare. E infatti sono seguiti anni di problemi fisici e psicologici di vario tipo. Ma al contempo, la Vita é anche tanto generosa e ti dà tante possibilità di uscita, se tu le sai afferrare. E così, dopo anni di lavoro su di me, ho iniziato a fare pace con quella parte che avevo gettato dentro al pozzo. È stata una vera liberazione, una rinascita, un'esplosione di luce. Finalmente non ero più costretta a nascondermi o mascherarmi. Potevo iniziare ad essere quella che sono. Ma ovviamente, quello era solo lo start di un percorso che sarebbe durato molto a lungo, fatto di fasi di grande lavoro interiore intervallate a momenti di lavoro esteriore. Come ho già raccontato, da due anni a questa parte, il lavoro si é intensificato e l'avvicinamento a ciò che SONO procede inarrestabile, nonostante le mie resistenze. Perché incarnare completamente ciò che siamo richiede coraggio e anche sacrificio. Il sacrificio di tutte quelle maschere che ti hanno tenuto in piedi, che ti hanno definito. Ma il premio finale varrà tutti i sacrifici fatti durante il percorso. E siccome la Vita é generosa e abbondante, ti premia in piccole dosi anche durante la via. Leggendo i famosi libri blu di cui ho parlato nel post precedente, mi sono imbattuta in un concetto che ha rischiarato i miei dubbi, risposto a tante delle mie domande e contribuito a quel processo di pace con me stessa che ancora va avanti. Il concetto in questione é quello di Innocuità. Il Maestro Tibetano, parla spesso di questo concetto nei suoi preziosi libri e a mio avviso, é uno dei più importanti tra i tanti che ci ha trasmesso. Spesso questa parola viene fraintesa o addirittura non capita. Quando mi é capitato di usarla, di solito mi viene fatta la domanda : "E cosa vuol dire?". Le persone tendono a pensare che essere "innocui" significhi essere passivi, accomodanti fino al compiacimento, deboli e senza carattere. In realtà il suo significato é molto lontano da questi pregiudizi. Ci sarebbe comunque da chiedersi il perché nella nostra cultura essere innocui significhi essere deboli. Ma per adesso cerchiamo semplicemente di capirne il vero significato. E quale modo migliore per farlo se non quello di usare le parole stesse del Maestro: "Il conseguimento dell'Innocuità, in senso positivo e non in senso negativo, é tutt'altro che un lavoro semplice. Infatti ha a che fare con lo sviluppo del pensiero corretto (basato sull'amore intelligente), della giusta parola (governata dall'autocontrollo) e della giusta azione (fondata sul rispetto delle Leggi Universali). Non si tratta dell'innocuità derivante dalla debolezza o da una disposizione sentimentale, seppure amorevole, che vuole evitare guai per non turbare l'armonia stabilita nella vita; non é l'innocuità dell'essere poco evoluto, negativo e impotente, che non ha la forza di nuocere perché così poco dotato da non poter recare alcun danno. È l'innocuità che scaturisce dalla vera comprensione e dal dominio dell'anima sulla personalità. Emana dalla capacità di entrare nella propria coscienza e comprendere il proprio fratello, di perdonare e dimenticare i danni subiti sotto l'impulso di soccorrere e aiutare." Già da queste poche parole si comincia a capire meglio questo concetto. Essere innocui non vuol dire essere impotenti o tiepidi per oppurtunismo; al contrario, significa esprimere al meglio la potenza della propria anima, facendo attenzione a non nuocere né a se stessi né tantomeno agli altri. Essere innocui in pensieri, parole e azioni, proprio come insegnò Gesù Cristo 2000 anni fa. Aggiungiamo ancora qualche parola del Maestro: "L'innocuità rende cauti nel giudizio, reticenti nel parlare (sparlare!), capaci di astenersi da azioni impulsive e sopprime la tendenza alla critica. In tal modo é lasciato libero il passaggio alle forze del vero amore e alle energie spirituali che vitalizzano la personalità, guidandoci alla retta azione." Capite l'importanza dell'innocuità? Sviluppare questa capacità dell'anima e saperla manifestare attraverso la nostra personalità, ci salva da tutti quei comportamenti nocivi che oltre a creare danno esternamente, impediscono alla nostra energia di fluire dentro di noi e dare vita a quelle trasformazioni di cui abbiamo bisogno per crescere. Tutti noi siamo continuamente alla ricerca di una vita di pace e armonia. Ci lamentiamo perché là fuori non c'é né la prima e né la seconda. Ma non capiamo che il primo passo per avere pace e armonia é creare queste condizioni dentro di noi. Non modificando l'esterno, ma l'interno. Dopodiché anche l'esterno cambierà, dato che non é che un riflesso del nostro mondo interno. Ecco, l'innocuità ci aiuta proprio in questo. Il Maestro tibetano insiste tanto sull'innocuità presentandola come l'unico metodo scientifico ed esoterico per ripulire la "casa" e purificare se stessi. "L'innocuità" dice " libera i canali (energetici) intasati e permette l'afflusso alle energie superiori." La perfezione e la potenza di questo messaggio, lo si può trovare anche nell'insegnamento lasciatoci dal Buddha, nel Nobile Ottuplice Sentiero, ultimo elemento delle Quattro Nobili Verità, spiegate durante il suo primo sermone pubblico che tenne all'età di 35 anni subito dopo aver raggiunto il "risveglio spirituale". Le otto nobili regole di vita sono per l'appunto: retta visione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retta sussistenza, retto sforzo, retta presenza mentale e retta concentrazione. L'applicazione di queste otto pratiche trasformano noi stessi e ci liberano dalla sofferenza. La vicinanza con il concetto di innocuità é evidente. L'impegno quotidiano ad essere innocui, ci permette non solo di correggere eventuali pensieri e comportamenti nocivi basati sull'egoismo e sull'egocentrismo con l'unico scopo di appagare ed esaltare noi stessi, ma anche di rimanere "svegli", presenti durante la giornata, vero segreto per la felicità. Personalmente ho fatto dell'innocuità una regola di vita, una parola guida alla quale dedico molta attenzione. Ogni sera prima di dormire, mi impegno in un esame serale che ha lo scopo di andare ad individuare proprio i comportamenti non innocui, per aumentare la mia consapevolezza e allo stesso tempo anche per premiare quelli innocui. I primi tempi, la lista delle non innocuità era tanto lunga alla fine di ogni giornata da mandarmi quasi nello sconforto! Col tempo però, quella lista si é accorciata e non solo il mio comportamento é meno nocivo di un tempo, ma sono diventata più veloce ad accorgermi di ciò che sto facendo proprio mentre lo sto facendo. E così posso fermarmi in tempo, creando meno sofferenza a me e agli altri. Il maestro ribadisce ancora, che L'innocuità "non é un'attività dolce e mite, o uno stato passivo, come molti credono. È uno stato mentale che non esclude affatto l'azione decisa e persino drastica. Concerne il movente (il motivo alla base delle nostre azioni) e implica la determinazione di porre la buona volontà a base di qualsiasi atto. Il movente può anche indurre a compiere azioni e dire parole sgradevoli, ma se é informato dall'innocuità e dalla buona volontà, non può che derivarne il bene." Quindi, non pensiamo che essere innocui significhi essere tiepidi, morbidi, accomodanti. Ci sono circostanze in cui ci é richiesto di essere aspri e a volte perfino duri. Pensiamo al comportamento di Gesù Cristo nel templio quando si arrabbiò con gli scribi e i farisei; tutt'altro che tiepido ma efficace e spinto da un bene più alto. Un po'come quando un genitore sente di dover fare una ramanzina al proprio figlio. O quando é necessario difenderci per un alto ideale. È il movente a determinare il vestito (positivo o negativo) di un comportamento, non la sua forma. Un pensiero o un'azione possono essere innocue anche se esternate con durezza. Eureka!!! Ecco finalmente spiegato quel mio istinto a comportarmi "bene", spesso travisato da bontà fine a se stessa o addirittura debolezza di carattere. Al contrario era un tentativo, ancora grezzo e poco sviluppato, di essere innocua. L'incontro con questa parola mi ha salvato. Mi ha riconciliato con una parte della mia vera natura, del mio essere. E allora non posso che terminare questo post con le meravigliose e illuminanti parole del Maestro: "L'innocuità é l'espressione della vita dell'uomo che si rende conto di essere ovunque e in chiunque. Sia dunque L'innocuità la nota fondamentale della vostra vita."

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