Da un'esperienza in meditazione.

Mi siedo sulla mia poltrona da meditazione.  È arrivato il momento, la chiamata si fa sentire. 


In realtà non mi sembra proprio il momento migliore per meditare. Sono arrabbiata, furiosa!



Ma quando arriva il momento, lo senti dentro e non ti puoi rifiutare. Chiedo: "Siamo proprio sicuri che sia adesso?" La risposta é sì, categorica.

Allora mi siedo. Non riesco neppure a chiudere gli occhi, tanto sono arrabbiata. Il respiro é pesante. Il corpo é pesante. Sono arrabbiata, furiosa perché per l'ennesima volta, come accade da anni, ma in questo ultimo mese accade di continuo, di nuovo la mia libertà, o meglio quel poco che ne resta, viene prima minacciata e poi cancellata. Di nuovo...e di nuovo...Nonostante io mi adoperi tanto per difenderla, per difendere quello straccio di libertà che é rimasta, questa mi viene tolta dalle mani, continuamente.


Mi ribello, impreco, sbatacchio tutto quello che mi capita tra le mani. Ma tanto so che non serve a niente. È servito a qualcosa per caso in questi ultimi 12 anni? 

Prima avevo la mia libertà in tasca, decidevo per la mia vita, mi portavo dove volevo e facevo ciò che desideravo. Era bello, per quanto a quel tempo lo dassi per scontato. Pensavo che fosse la normalità per ogni essere umano. E invece, poi tutto é cambiato. La libertà é svanita, non del tutto forse ma si é ridotta talmente tanto da non lasciarmi spazio per respirare. Da quel momento in poi, non ho più potuto decidere per me, non ho più potuto fare ciò che volevo quando lo volevo. C'era sempre "qualcuno" che veniva prima di me.

 E la notizia sconvolgente é che sono io stessa a mettere al primo posto l'altro, perché é giusto cosi. Perché ho fatto una scelta e me ne devo prendere la responsabilità. Perché l'"altro" in questione é piccolo e ha bisogno di me!

E per quanto io cerchi di assolvere il mio dovere e una parte di me sia pure felice di farlo, un'altra parte soffre. Si sente in trappola, fregata, tradita, immobilizzata, incatenata, finita per sempre. 

È quella parte di me che stamattina, per l'ennesima volta si sta ribellando, ed é sempre lei che, nonostante tutto, si siede su quella poltrona e decide di cedere il punto!

Mi concentro sul respiro, provo a rilassarmi un po', ma quell'energia che noi chiamiamo "rabbia" é ancora così presente dentro, che non mi da tregua. Ma lo so che devo iniziare dal corpo; che se il corpo non é rilassato, non potrò entrare "dentro".

Dopo qualche minuto di respirazione profonda, finalmente mi rilasso e chiudo gli occhi.

Mi vedo. 

Sono io, accucciata al buio in uno spazio molto stretto, angustio. Sono come accovacciata a terra. Il soffitto di questa piccola stanza é vicinissimo alla mia testa e mi impedisce di alzarmi. Ci sto stretta. È claustrofobico. Non c'è ossigeno. 

Sono così arrabbiata. Ho la testa china sul pavimento e i pugni chiusi.

Ma arrabbiata con chi? Verso chi sono lanciate le mie imprecazioni?

Verso l'Anima. È Lei che mi spiaccica qui. È Lei che mi porta via tutto. È lei che mi obbliga a stare in una realtà che mi priva delle mie libertà. La offendo. Le dico che non mi interessano i suoi piani per me. Che io non ci sto! Che se ne può anche andare e per sempre.

Sono parole dure, spietate.

Sono stanca, anche di imprecare.

 Basta! Basta!

È a quel punto che Lui appare. In realtà non riesco a vederlo, percepisco solo la Sua presenza. 


So che non é la prima volta che ci incontriamo da vicino ma non sono sicura delle mie percezioni (come sempre purtroppo!), così sono costretta a chiederLi chi sia e dopo un po' mi risponde: "Sono il tuo Spirito". 

Un paio di anni fa durante una meditazione molto particolare, si era presentato a me col nome di Spirito, appunto, la mia Guida superiore; da allora non lo avevo più sentito.

Oggi, é ritornato per me.

"Sono arrabbiata!" dico.

"Lo so, é normale" mi risponde.

"Non sopporto che mi venga tolta la libertà".

"Se tu potessi vedere che quella che tu chiami libertà, in realtà non lo é affatto, tutto cambierebbe in un attimo. Quel soffitto basso che ti sta schiacciando e che tu pensi sia messo da noi per farti del male, in realtà non esiste veramente. È una pura illusione. Sei tu con le tue convinzioni che ti stritoli sempre di più. Se tu potessi svegliarti da quella illusione, vedresti che il soffitto scomparirebbe immediatamente. Prova a toccarlo, lui non esiste. Esiste solo nella tua mente".

Allungo la mano per toccarlo. Svanisce come nebbia in inverno. Questo mi stupisce ma neanche piu di tanto. 

Mi ritrovo seduta davanti a Lui. Lo spazio intorno a noi é cambiato. Non siamo più in quella stanza angustia e buia, ma da un'altra parte. Mi ha portato in alto, in un piano più alto, intendo. Un piano dove di solito non so entrare. Ma con Lui é stato possibile. È molto bello. Intorno a noi tutto é rosa e blu.

"Profuma di rose" mi dice, ma io non riesco a sentire l'odore. Posso solo vederne i colori.

"È normale", mi dice, "perché non sei completamente qua con me. Una parte della tua mente é ancora sulla terra" (sento infatti i rumori di mio figlio che cammina nella stanza e della televisione a tutto volume). "Non importa, in futuro forse svilupperai anche questa capacità, di riuscire ad essere completamente qui".

"Sei l'Anima?" gli chiedo.

"Non fare confusione tra Spirito e Anima. L'Anima é quel punto intermedio che ci lega, che ci permette di comunicare quando la distanza tra te e me é troppa. Ma adesso quella distanza si é accorciata e così possiamo sentirci anche direttamente".

"Chi sei allora?".

"Sono il tuo Spirito, te l'ho già detto. Io sono te".

Il mio cuore batte forte, é come trovarmi di fronte a me stessa, quella vera però. Calde lacrime scendono lente dalle mie guance. Il cuore continuerà a battere forte per tutta la durata del nostro incontro.

Siamo seduti uno di fronte all'altro immersi in uno stato di calma in quello spazio blu e rosa.

Mi dice alcune cose ma non tutto é pervenuto alla mia coscienza e non ne ho trattenuto il ricordo.

Ad un certo punto, mi dice che possiamo collegarci così da permettere il passaggio della sua energia ad alta frequenza dentro di me. Io lo lascio fare. Ci colleghiamo all'altezza del settimo, quinto e quarto chakra ma l'energia non riesce a passare bene perché sembra che io non riesca a "fare il vuoto" come si deve. E finché la mente non "fa il vuoto", quel tipo di energia non può passare. Ci provo. È difficile. Continuo a sentire i rumori intorno a me nella stanza "del mondo". È possibile solo per pochi istanti. Si riproverà in seguito, mi dice.

Li chiedo "Chi sei? Dimmi qualche dettaglio in più su di te...". Non arriva risposta. "Non é ancora il momento. Prima di accedere a questa conoscenza, devi sistemare ancora qualcosa!"

A questo punto lo vedo allontanarsi progressivamente da me. Diventa un puntino lontano lontano.

Io proseguo con la mia meditazione e inizio a sentirmi molto leggera. Come se il corpo non ci fosse più, almeno il corpo fisico. Salgo ancora più in alto e in quello stato di leggerezza, mi ritrovo in un altro piano. Stavolta l'ambiente é tutto celeste. Mi si dice che sia il piano dell'intuizione, il piano Buddhico.

È su questo piano che mi viene svelato qualcosa che fino ad ora avevo solo percepito in lontananza.

Una verità intuitiva che ha a che fare con i miei figli, con il loro significato simbolico nella mia vita, col perché li ho messi al mondo e soprattutto su cosa mettono in scena ogni giorno per me. Per farmi vedere. Per farmi capire quel "qualcosa" che fin'ora non ho colto, se non in minima parte.

Che i miei figli, così come tutto ciò che mi circonda, siano il riflesso della mia interiorità, é per me un dato assodato. Certo, loro hanno anche un'esistenza che li appartiene e che non c'entra con me e le mie dinamiche. Ma perché sono nati proprio loro due? Perché sono venuti al mondo con certe caratteristiche e non altre? E perché la relazione tra loro é cosi intensa e conflittuale?

Qualcuno penserai che sia frutto del caso o della genetica. Ma io so che questa spiegazione non basta.

I miei figli rappresentano per me ciò che io sono venuta a mettere insieme in questa vita. Era arrivato il momento, dopo tante vite di scontro e di vincita dell'una sull'altra, di mettere pace, di collegare i pezzi, di stabilire una volta per tutte, chi é il cocchiere e chi la carrozza (vedi il mito della carrozza di Gurdjieff).

Mia figlia nasce nel 2011, subito dopo quel periodo meraviglioso e intenso che crisi dopo crisi mi aveva portato a quella che io ho sempre definito la mia vera "nascita". Avvenuta nel 2009, esattamente intorno al mio trentesimo compleanno, ho assistito, pur senza saperne nulla a quel tempo, ad una vera e propria ri-nascita di me stessa; qualcuno la chiama "la nascita del Cristo nel Cuore", che segna l'entrata nel percorso spirituale, su quella Via senza ritorno.

La nascita di mia figlia, prodotto di quel particolare momento, simboleggia esattamente questo: l'incontro con la mia Anima. Era stata richiusa fino ad allora e finalmente adesso usciva fuori.

Mia figlia é perfetta per rappresentare l'Anima.

 





E' in questo mondo ma non sembra appartenervi. Non ne conosce le regole, é come se vivesse su un altro piano. 

Quando é nata, per me é stato un vero shock! Mi aspettavo tutt'altro e invece Lei, con la sua estrema sensibilità, che esprimeva con tutte le lingue che poteva trovare, mi ha spiazzato, spaventato. Era forte ma di una forza diversa da quella che io conoscevo. Ancora oggi ha un ingenuità che sfiora l'incredibile e che le permette di vedere il mondo al di là del mondo. Ha difficoltà a capire il concetto di temporalità. Non può essere legata, imbavagliata, incatenata in nessun modo; se provate a farlo, lei si ribellerà. Ha accesso alla verità delle cose in modo molto naturale. Non é attratta dal luccichio del mondo, non é comprabile, non fa compromessi, non ha molti desideri, almeno non materiali, é solida in se stessa ma di una solidità che non appartiene a questo mondo.

 I primi 2 anni, sono stati di conflitto e duro adattamento. Lei voleva tutto di me ma io non ero disposta a darlo, non in quella misura, almeno. E così, un po' davo e un po' mi ribellavo. La mia personalità si ribellava a Lei. "Mi prosciugherà!" dicevo disperata. Non riuscivo ad abbandonarmi, ad accettare la totale rinuncia che Lei mi chiedeva. 

Ancora una volta incompresa, la mia anima, simboleggiata da mia figlia, si é arrabbiata, ha urlato a sua volta e lo scontro é diventato violento. Oggetti che volavano per la casa, crisi di pianto, momenti di disperazione, sensi di colpa e tanta tanta stanchezza. 

Insomma, il mio rapporto con l'Anima non andava proprio a gonfie vele. 

È a questo punto della storia che entra l'altro elemento in gioco. Si é resa infatti necessaria la scesa in campo della Personalità. 

Perché "quelle due" non trovavano un accordo e si facevano del male!

Nasce così il mio secondo figlio.

Lui é tutto differente da lei. Non si somigliano in niente. Sono l'opposto l'uno dell'altra. 

Lui é completamente calato in questa realtà. Ha senso pratico, é razionale e logico. Conosce molto bene come funziona questo mondo e sa come muoversi per sopravvivere. È simpatico, affascinante, leggermente irriverente. Ironico e un po' cinico. Carismatico e dolce. È difficile resisterli!

È un gran materialista. È attratto dal lusso e dalle comodità . I suoi desideri non finiscono mai. Si arrabbia facilmente. E quando é arrabbiato, si salvi chi può! 

Può diventare violento, con le parole e con le mani. Ti fa paura.

Ma quando é calmo, diventa una fonte di luce dalla quale é difficile stare lontani.

Capite, adesso quanto può essere complicato far andare d'accordo questi due?!!!

Il rapporto tra i miei figli é sempre stato forte e conflittuale. 

Non possono stare separati ma quando stanno insieme si azzuffano. In particolare, mio figlio nutre un amore profondo per mia figlia; ma non sa come stare con lei. I loro mondi sono talmente diversi, il loro sguardo é talmente diverso, da rendere difficoltoso l'incontro. Lui ci prova perché non puo farne a meno. Ma lo scontro é sempre dietro l'angolo. 

Lui non riesce ad accettare l'evanescenza di Lei e lei non riesce a contenere l'esuberanza di Lui.

Eccolo qua il problema della mia vita, messo in scena perfettamente dai miei figli.

Eccole qua le mie due parti in contesa.

 Attraverso i miei figli e le nostre dinamiche quotidiane, finalmente le vedo, le indago, le conosco ad una profondità diversa. Piano piano (molto piano piano!), imparo a gestirle. Noto che io e la mia personalità, per esempio, non parliamo neanche la stessa lingua. Lei mi capisce ma non accetta di parlare il mio linguaggio. Come possiamo comprenderci veramente? Come possiamo entrare in relazione per davvero? Ancora, vedo quanto mi infastidisca la "purezza" della mia anima che ho  sempre scambiato per ingenuità, se non addirittura per scarsa intelligenza...

Il lavoro da fare é tanto. Fin quando io non avrò sistemato "questi due" dentro di me, il caos fuori continuerà a regnare e così il conflitto e la fatica. E il senso di prigionia.

Su questo sono chiamata a concentrarmi. Questo é il primo lavoro che devo completare.



E io? In tutto questo, io chi sono? Dove sono?

Sono l'osservatore esterno, sono il ricercatore della verità, sono colui che mette insieme i pezzi, che disciplina, l'architetto e l'artista di un disegno che prima o poi sara perfetto...

Ma più di tutto, oltre a tutto, io sono proprio quello Spirito che stamattina é sceso fino a me per prendermi dal buio e portarmi su, e farmi vedere che io e lui siamo la stessa cosa. Per adesso, di lui in me c'è solo una piccola scintilla, ma con l'andare del tempo la luce si farà piu intensa e ritorneremo ad essere Uno.



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