Il signor "Nessuno"

 


"Stranieri, chi siete?" chiese il mostruoso ciclope Polifemo.
"Noi siamo Achei, nel tornare da Troia..."rispose il grande Ulisse.
..."e dimmi, dove lasciasti la nave?"...chiese il gigante affamato.
"La nave me l'ha spezzata Poseidone...", rispose l'astuto Odisseo.
...con un balzo sui miei compagni, afferrandone due e fattoli a pezzi, si preparava la cena...
...io rimasi a meditar vendetta in cuore...e questo nell'animo mi parve il piano migliore:
"Ciclope, to', bevi il vino, dopo che carne umana hai mangiato, perché tu senta che buon vino é questo che la mia nave portava..." gli disse.



"Ma questo é un fiume d'ambrosia e di nettare. Dammene di nuovo, sii buono, e poi dimmi il tuo nome", disse Polifemo.
"NESSUNO ho nome: Nessuno mi chiamano madre e padre e tutti quanti i compagni".
"Per ringraziarti del dono, Nessuno io mangerò per ultimo", promise il mostro.
...Quando il palo d'olivo nel fuoco già stava per infiammarsi...essi nell'occhio lo spinsero...



Paurosamente gemette...e udendo il grido, quelli che correvano in folle, chiedevano: "Perché Polifemo con tanto strazio hai gridato? T'ammazza qualcuno con la forza o l'inganno?".
"Nessuno, amici, Nessuno m'uccide d'inganno".
"Se dunque nessuno ti fa violenza e sei solo, del male di Zeus non c'è scampo", e così dicendo se ne andavano...

Tratto da Ulisse e Polifemo Libro IX dell'Odissea.

La mia paura più grande? 
Essere nessuno.



Per tutta la vita ho cercato di scongiurare questa eventualità. Essere un nessuno agli occhi dell'altro. 

Sì, perché il problema per me non é mai stato il mio di sguardo, ma piuttosto lo sguardo dell'altro.

Io so chi sono. L'ho sempre saputo. I miei talenti e le mie debolezze. Tutto chiaro fin dall'inizio. 

Niente da dimostrare a me stessa. E questo é il motivo per cui da sola sto così bene!

La fatica inizia quando entra nel mio campo l'altro, chiunque esso sia. Mio padre, la maestra di scuola, l'amichetta del cuore, l'insegnante di musica, il maestro di danza, il professore del liceo, il futuro datore di lavoro...

Qualcuno la chiama "Sindrome dell'impostore": quella infingarda sensazione interiore di non valere abbastanza, quel dubbio che nasce da ogni piccolo successo..."me lo sarò meritato veramente?", "forse é stata solo fortuna", "mi hanno agevolato", "prima o poi scopriranno che in realtà non valgo niente".



Terribile! Un infinito punto interrogativo che disturba il raggiungimento di qualsiasi traguardo. Che impedisce la soddisfazione e il senso del merito. 



Ho buoni voti perché la maestra é un'amica di famiglia. Mi hanno scelta per quel balletto perché non c'è nessun altro disponibile. Mi sono laureata a pieni voti perché l'università che ho scelto é facile...e così via.

I complimenti sono menzogne. I successi sono colpi di fortuna. Gli insuccessi, la prova incontrovertibile della verità: non vali niente.

Ho vissuto così per una sacco di tempo. Anni faticosi. Mai una gioia, direbbe qualcuno!!!

A braccetto con la paura. La paura che si sapesse che non valevo quasi niente. Una vita d'inferno.

Attacchi d'ansia, sintomi fisici disparati. Più scappavo dalla paura e più lei si divertiva a rincorrermi. Ogni metro in avanti, erano due indietro. Niente era mai abbastanza. Quello sguardo inquisitorio era sempre lì, impietoso, pronto a sfruttare ogni mio passo falso.

Poi é arrivata la tregua, che io ovviamente ho scambiato per la fine del problema. 

Certo, una parte del lavoro interiore era stato fatto, questo é innegabile. Quando arriva il momento giusto, incontri sulla tua strada tutti gli aiuti di cui hai bisogno.

 Guardarsi finalmente dentro. Imparare a "sentirsi", senza paura. Venire a patti col passato. Curare le ferite ancora sanguinanti. Imparare a sentire la felicità dentro le cellule, senza più sentirsi in colpa. Anni di duro lavoro che ha portato i suoi frutti. 



E poi... il riposo! Finalmente.

Il radicale cambio di vita esteriore, che riflette il cambiamento interiore. Una pagina bianca, tutta da scrivere.

I sintomi che scompaiono. Adesso sono solo un vecchio ricordo. Nuove sfide ed esperienze. L'occhio inquisitore sembra non esserci più. O se c'è, é diventato piccolo piccolo. E lontano, almeno 3000 Km. L'ho lasciato indietro e sono intenzionata a dimenticarlo una volta per tutte.

Ma le cose non sono andate esattamente così!

Con il passare degli anni, infatti, senza che "io" ne fossi informata, quel Grande Fratello che per tanto tempo avevo proiettato fuori negli innumerevoli sguardi intorno a me, adesso si trovava dentro di me. Avevo il nemico in casa! E non me ne ero neanche accorta!



Si é insinuato piano piano, nei pensieri, nelle aspettative, nei progetti per il futuro. Come un cancro, silenzioso e infingardo, ha preso sempre piu spazio. Ha iniziato a spingere, a fare pressione: "Non fai abbastanza", diceva. "Non sei abbastanza". "Dovresti fare di piu!". 

Io volevo aiutare le persone. Volevo essere utile agli altri. So ascoltare e parlare al momento giusto. Questi sono i miei talenti. "Usali", mi diceva, "se ti impegnerai abbastanza, diventerai qualcuno". L'idea era allettante. Due piccioni con una fava! Aiutare gli altri e allo stesso tempo dimostrare il mio valore. Perché no? Cosa c'è di male in questo?

Inizio a progettare e poi, col passare degli anni, il progetto si concretizza. Voglio creare qualcosa di duraturo, che porti la mia firma. Voglio essere riconosciuta dagli altri. Dimostrerò che l'impostore si sbagliava. Tutti quegli anni di sofferenza e dubbio, devono essere cancellati, una volta per sempre...

E la paura? C'è ancora ma non me ne occupo. Sono troppo impegnata nella costruzione del mio piccolo castello di carte. Ho paura che arrivi il vento e le butti tutte giù. Ma faccio finta di niente. Sono cieca, come il ciclope che guarda il mondo da un occhio solo e non può che vederne una parte.



Manca la visione del tutto. Manca la consapevolezza.

Quanto impegno. Quanta energia.

A questo punto della storia, é abbastanza semplice immaginare che il tanto temuto vento, sia poi un bel giorno arrivato. E il castello di carte, é caduto.

Quel giorno ho incontrato per la prima volta il "Signor Nessuno".



E non é stato un incontro piacevole. Ne avrei fatto molto volentieri a meno, allora!

Il Signor Nessuno non ha niente e non é niente.

Non possiede beni, non ha una casa, non ha un lavoro, non ha figli o mariti, neanche genitori. 

Il Signor Nessuno, é solo al mondo. Non ha un luogo. Non ha un tempo. Non ha uno scopo.

È quanto di piu terrificante ci possa essere in questo tempo che stiamo vivendo, dove tutti ci affanniamo per essere qualcuno e possedere qualcosa.



È il fallimento di tutti i progetti.


È il senso di inutilità. È il punto 0 che rimane tale per sempre. È la fine.



Costretta a fare la sua conoscenza, ho odiato ogni singolo istante passato in sua compagnia.

Ho cercato di combatterlo, umiliarlo, deriderlo, fregarlo, ignorarlo. Ma una volta che il Signor Nessuno si é fatto vedere, non te ne puoi più liberare. Una volta che lo hai visto, non puoi più ignorarlo.



Rimane con te, lì, in silenzio. È paziente. Sa aspettare. 

Spesso é solo un fondo opaco e lontano, e allora ti illudi che se ne sia andato. Ma poi, quando meno te lo aspetti, ritorna in superficie. Con sé porta l'invisibilità, il senso di vuoto, l'inutilità. O almeno, questo é ciò che di Lui riesci a percepire fin quando lo tieni nell'ombra, fin quando lo temi con tutta te stessa.



In realtà, il Signor Nessuno é molto di più, ma per vederlo hai bisogno di almeno due occhi; non é possibile con uno solo!

Polifemo e Nessuno: i protagonisti di questo dramma. 

Il primo, gigantesco e mostruoso, prepotente e stupido. Si fa forza della sua grandezza per schiacciare il prossimo. Tutti lo temono, nessuno osa sfidarlo. Pui chiamarlo ego, sé inferiore, piccolo sé,...poco importa. Occorre sapere chi é, cosa vuole e come cerca di ottenerlo. Quali sono le sue armi? In che modo tiene in ostaggio tutte le altre parti di noi? 

Il nostro ego vuole vincere, sempre. Vuole arrivare primo. Vuole essere il più veloce, il più forte, il più temuto. Così é stato programmato e così ci ha permesso di sopravvivere per tanto tempo, quando essere il più veloce o il più forte significava vivere a dispetto degli altri. E anche se oggi non rischiamo più la vita ogni giorno, il programma va comunque avanti; ci protegge, ci guida nelle scelte tramite l'istinto. 

È utile? Certamente. Fino ad un certo punto del nostro cammino. 

Mano a mano che diventiamo meno animali e sempre più uomini, la funzione dell'ego perde la sua importanza, sostituito da qualcos'altro: da chi? 

Dal Signor Nessuno ovviamente!



Il giorno in cui ho scoperto chi era davvero il Signor Nessuno, non vi nego che sia stato un grande shock. Fino a quel momento, non avevo capito, non avevo potuto vedere a causa del mio occhio singolo, a causa di Polifemo.

Il Signor Nessuno é quel vuoto sacro che all'inizio ci spaventa. Lo scambiamo per il nulla e invece non capiamo che in quel vuoto c'è tutto. È lo spazio che rimane quando tutto il resto crolla e scompare. Quando le impalcature, i ruoli, le idee, le credenze, le aspettative, le illusioni, i progetti, i desideri, i sogni, tutto ma proprio tutto cade; quando ciò che avevi di più caro, uno ad uno ti viene portato via, oltre tutto, resta solo Lui.

L'ego protesta, batte i piedi di fronte a Nessuno. Chiede aiuto, come il grande Polifemo, a destra e a sinistra, ma non c'è niente da fare. Lo stratagemma é geniale. Come si fa a combattere contro "nessuno"? E come puoi essere aiutato, se il tuo nemico é nessuno?

Evanescente come l'aria, silenzioso come un manto di neve che cade in inverno, sembra gelare tutto quello che incontra, quando invece é lì proprio per proteggere ciò che hai di più caro. 



Tu! Il tuo vero Essere.

Chi sei veramente, per tanto tempo é rimasto schiacciato da un ego ingombrante. Un ciclope che guardava il mondo da un occhio solo.

Polifemo viene accecato da Nessuno, l'astuto Ulisse, che riesce così a salvare se stesso e i suoi compagni di viaggio, insegnando a noi lettori il modo per salvarci, per riprendere finalmente il mare aperto.



Da un po' di tempo a questa parte, ho iniziato a guardare al Signor Nessuno con meno sospetto. Prima la sua comparsa era un dramma; adesso, quasi lo attendo nei giorni in cui é assente. Forse diventeremo amici, alla fine.

 Chiedo la sua opinione quando sono in difficoltà, quando non so cosa fare, e devo dire che di solito é un buon consigliere. Mi aiuta a stare con i piedi per terra, a non ricadere nella trappola dell'orgoglio, della presunzione, che nasconde solo insicurezza e paura. Mi fa apprezzare il silenzio al posto della spavalderia. Tiene pulito il campo, mentre io vivo!

Lo incontro quando faccio meditazione. Lui é sempre lì, silenzioso e paziente. Potrei giurare che sia qualcosa di molto vicino alla mia Anima...o forse é proprio Lei.

E quando entro in quel vuoto, che in realta é un pieno, incontro me stessa. Mi sento leggera, calma, in una parola, in PACE.



Che bel regalo che mi ha fatto il Signor Nessuno. E pensare che per 40 anni ho fatto di tutto per liberarmene e adesso invece, ogni giorno, cerco di incontrarlo.

 E voi, lo avete mai incontrato?

 





 



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