Il ponte tra Conoscenza e Saggezza

Conoscenza e saggezza. 


Due termini spesso e volentieri usati come sinonimi nella vita corrente. 
Così chi conosce é ritenuto saggio o viceversa il saggio é colui che conosce la verità. 
Ma é proprio così? 
Vi siete mai chiesti in che rapporto stanno queste due parole, che nascondono nella loro forma significati tanto profondi quanto complessi?
Il termine conoscenza deriva dal latino cognoscere: parola composta dalla particella cum (per mezzo) e gnosi (conoscenza appunto in greco antico). 
Sta ad indicare tutto ciò che può essere percepito attraverso i cinque sensi ed appreso, comparato, diagnosticato e definito dall'intelletto. 


Rappresenta la totalità delle scoperte e delle esperienze umane. È la verità ottenuta per mezzo della comprensione intellettuale dell'esperienza. 
È ciò che sentiamo come certezza mentale o che possiamo accertare tramite l'esperimento. 


La conoscenza, come spiega il Maestro Tibetano in Iniziazione umana e solare, é la scienza della materia e comprende tutto ciò che riguarda l'aspetto formale delle cose.
La conoscenza analizza, separa, categorizza e oggettiva. La conoscenza divide la realtà in categorie e ci aiuta a dare un senso a ciò che ci circonda.
E la saggezza? È qualcosa di più? O forse qualcosa di diverso...
L'etimologia della parola saggezza é molto particolare e svela già una parte del suo mistero. 


Dal greco antico Saggezza=Sophrosyne, parola composta da sozo=salvare e fren=anima. 
Saggezza intesa in origine come ricerca della salvezza dell'anima.
Infatti, la saggezza riguarda la vita che é nascosta dentro la forma, che non può essere conosciuta attraverso l'intelletto ma necessita di uno strumento diverso: l'intuizione.
 È l'apprendimento intuitivo dell'essenza delle cose, della verità, indipendentemente dal ragionamento.
 È quell'innata percezione che ci permette di distinguere senza dubbio alcuno, tra verità e menzogna, tra reale e irreale. 
La saggezza é la scienza dello spirito. È sintetica e soggettiva. La saggezza unifica. 


Ma allora la saggezza é per tutti? E chi possiede tanta conoscenza é automaticamente anche un saggio? Ovviamente no!
Inizialmente, abbiamo la possibilità di sviluppare solo la conoscenza. Ed é già un passo importante sul nostro sentiero. 
Man mano che il nostro corpo mentale si sviluppa e si affina, diventiamo sempre più bravi a conoscere. 
Ma per trasformare la conoscenza in saggezza, occorre molto di più. 
Occorre il tocco dell'anima, la quale, ad un certo punto del percorso inizia a farsi sentire e a collegare in modi sempre più raffinati, le percezioni analizzate dall'intelletto con le intuizioni in arrivo dallo spirito.


Si crea così un ponte meraviglioso chiamato comprensione, che altro non é la facoltà dell'anima di fare da intermediario tra il sotto e il sopra.


 Quando comprendo qualcosa, sto collegando il mondo della forma con quello dello spirito, sto quindi producendo saggezza a partire dalla conoscenza.
Dovrebbe essere chiaro a questo punto, che per essere saggi, occorre l'aiuto dell'anima. 
L'uomo razionale, pur intelligente, da solo non può essere saggio. Può conoscere tanto, ma fin quando non svilupperà quel contatto con quella parte della sua mente superiore che é la sede dell'anima, non potrà essere un saggio. 
Una volta avuto accesso alla saggezza, l'acquisizione ossessiva e continua di conoscenza fine a se stessa, perde di importanza.
 Resta invece quel ponte, quel canale di accesso alla verità.
 Una verità che non viene messa più in dubbio, non perché dogmatica o imposta dall'esterno, ma perché sentita nel profondo come vera e reale. 
E questa é l'unica e vera saggezza. 

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