La meditazione.



Lungi dal voler scrivere un post tecnico ed esaustivo su un tema così complesso e vasto come quello della meditazione, il mio proposito é quello di raccontare la mia esperienza personale con questa affascinante pratica, di come l'ho incontrata sulla mia strada e cosa ha regalato a me e alla mia vita. 
Ho sempre saputo dell'esistenza della meditazione grazie a mia madre che la pratica da più di trent'anni. Ero infatti una ragazzina quando lei ebbe il suo "risveglio" che la portò ad avvicinarsi a varie discipline e pratiche, tra le quali la meditazione appunto. Io ne ero in parte incuriosita ma lo scetticismo e il crescente senso di critica tipico dell'adolescente, non mi permise allora di capirne il senso e la portata.
 Così, sono dovuti passare molti anni e molta strada ho dovuto percorrere, prima di poter rincontrare la meditazione nella mia vita. Negli ultimi anni me ne sentivo attratta e, per quel poco che ne sapevo, si trattava di una tecnica di rilassamento, tutt'al più di respirazione, qualcosa di simile al training autogeno, un modo per calmarsi ed entrare in contatto con se stessi. Le poche volte in cui mi ero azzardata a provarla, con l'intento di rasserenarmi, magari dopo un litigio o in seguito ad un qualsiasi episodio conflittuale, ne avevo percepita la potenza, ma poi tutto finiva lì. 
Nell'estate del 2018, ho avuto la mia prima vera esperienza meditativa, occasionale e incontrollata. Non possedevo infatti le conoscenze necessarie per capire veramente ciò che stavo vivendo. Mi trovavo sulla spiaggia affollata di gente in un caldissimo pomeriggio di Agosto ad Antalya, rilassata e completamente a mio agio, mentre i bambini si divertivano nell'acqua con il padre; pensai che poteva essere un buon momento per "provare" a meditare. Così, noncurante della gente e dei rumori che mi circondavano, mi sedetti a gambe incrociate sul mio bell'asciugamano colorato, chiusi gli occhi, iniziai a respirare e un attimo dopo non ero piu lì. Come avessi fatto proprio non so...di fatto iniziai un viaggio meraviglioso attraverso paesaggi che sembravano molto reali. Colline verdi e piene di fiori, incorniciate da altissime montagne sullo sfondo. Un senso di pace paradisiaco. Ero felice. Non mi mancava niente. Con me c'era anche mia madre e insieme ci godevamo quella meraviglia. In lontananza sentivo qualcosa, un suono, ma così distante e indefinito che era impossibile coglierlo. Oltre tutto io non ero per niente interessata a sentirlo veramente. Proveniva da un altro mondo. Ma io stavo troppo bene lì e non volevo tornare indietro. Quel suono piano piano si avvicinava e diventava sempre più definito. Adesso lo sentivo, era molto vicino, era il suono del mio nome. Ma io continuavo a non rispondere. Poi, ad un certo punto, un tocco, fisico, sulla mia spalla destra che in un attimo mi trasportó di nuovo nel mondo. Aperti gli occhi, frastornata e un po' confusa, alla mia destra trovai mio suocero che da alcuni minuto tentava di svegliarmi, come dice lui! Ma io non stavo dormendo. Ero semplicemente da un altra parte. Ho sentito il distacco, una sottile sofferenza, quasi una nostalgia, nel tornare lì. Ero stupita e meravigliata. "Se questa é la meditazione", pensai, "mi sa proprio che continuerò a farla", mi dissi! 
In realtà passarono diversi mesi prima che facessi un altro tentativo. Con l'arrivo della pandemia, alla fine di un periodo di crisi profonda durato 21 giorni, con dentro uno strano senso di "risveglio" che non sapevo definire, mi decisi a provare di nuovo. Così, un po' come quel giorno in spiaggia, noncurante della confusione intorno a me, una sera di primavera, seduta in mezzo ai miei figli che urlavano e giocavano in salotto, chiusi gli occhi di nuovo e iniziai un viaggio che da allora non si é più fermato. 
La meditazione é divenuto fin da subito un appuntamento quotidiano, come il pranzo e la cena. Non esiste giornata in cui io non mediti. Non importa se sono stanca o impegnata. Come ogni giorno trovo il tempo per mangiare, nello stesso modo posso trovare il tempo per meditare.
 Ovviamente mi é stato chiaro fin da subito come la meditazione non avesse nulla a che fare né con il rilassamento né con la calma interiore. Infatti, il rilassamento ne é semmai un prerequisito e la calma interiore ne é la conseguenza. La meditazione, di per se é però qualcos'altro.
 La meditazione é una tecnica scientifica (qui alcuni storgeranno il naso) per entrare in contatto con l'Anima. 
Tutti possediamo un'anima, ovviamente. Tutti. Nessuno escluso. Non tutti però sono in grado di stabilire un contatto con lei. Questa capacità dipende dal proprio livello evolutivo. Solo raggiunto un certo stadio di evoluzione si può iniziare a lavorare, tramite la meditazione, a stabilire un contatto sempre migliore con la propria anima, fino ad arrivare al punto in cui questo contatto é perfetto. A quel punto la meditazione non serve più. Si passa ad un altro livello di lavoro.
 Quindi, quando la meditazione entra nella vostra vita, é perche avete raggiunto quel livello evolutivo. Sentite quindi bisogno di una tecnica che vi aiuti a creare un contatto sempre migliore tra la vostra personalità e l'anima. Ogni volta che incontrate qualcuno che fa meditazione, tenete presente che sta lavorando per questa meta.
 Ovviamente esistono tanti livelli di contatto con l'Anima e quindi tanti modi diversi di fare meditazione. Se sei all'inizio del percorso di contatto, ti dedicherai ad una forma di meditazione più semplice. Avrai difficoltà a concentrarti, a stare seduto per più di 5 minuti, a zittire la mente. Non saprai visualizzare o cerare immagini mentali, se non forme semplici e poco raffinate. 
Se sei gia un po' avanti nel percorso, il corpo fisico sarà gia abituato a stare fermo e non ti ostacolerà. Magari saprai anche concentrarti per lunghi periodi di tempo senza annoiarti o distrarti continuamente. Se sei ancora avanti, riuscirai anche a visualizzare, addirittura a "vedere" o ricordare stralci di vite precedenti. Forse potrai sentire dei messaggi importanti per te e te li ricorderai al risveglio...Fino ad arrivare a livelli così alti che io non so descrivere ancora! 
Tutti questi stadi, solitamente non si raggiungono in una sola incarnazione ma sono il frutto di lavoro fatto in vite precedenti. Coloro che sanno gia meditare con naturalezza e senza particolari difficoltà, hanno già fatto esperienza in passato e in questa incarnazione hanno semplicemente recuperato le conoscenze che già possedevano (la loro anima già possedeva). Ecco spiegato perché per alcuni é facile meditare mentre per altri é complicatissimo. Sicuramente io avevo già fatto esperienza della meditazione in vite precedenti. Ecco perché é cosi semplice per me chiudere gli occhi e andare... 
Il livello raggiunto in questa vita non si perde; lo si recupera nella successiva.
 Per spiegare con parole poetiche ma al contempo precise ciò che la meditazione rappresenta e ciò che é necessario fare per incontrarla, rifacciamoci alle parole di Osho: "A volte accade che la meditazione ti sia molto vicina, ma tu sei troppo impegnato in altre cose. Quella piccola calma voce silente é dentro di te ma tu sei soffocato dal rumore, dagli impegni, dalle tue attività, dalle responsabilità. E la meditazione viene come un sussurro, non bussa alla tua porta gridando slogan, affiora in silenzio. Non fa alcun rumore. Non ne senti neppure il passo. Per cui, se sei troppo occupato, aspetta un po' e poi se ne va."


 Il primo requisito per incontrare la pratica della meditazione é quindi quello di fermarsi. Interrompere quel flusso continuo di attività, mentali e pratiche che riempiono le nostre vite. Fermarsi, stare per un attimo nel silenzio. 
Continua ancora: "Quindi, fanne un impegno, almeno un'ora al giorno siedi semplicemente in silenzio e aspettala. Non fare nulla, siedi in silenzio ad occhi chiusi in profonda attesa, con il cuore in attesa e aspetta. Aspetta semplicemente, e se qualcosa accade, sarai pronto a riceverla." Questo é il segreto più importante per cominciare a meditare. Sapersi fermare ed aspettare. Non cedere all'impazienza, alla noia, alla frustrazione o al facile entusiasmo. Solo aspettare. Concedersi del tempo. Ma quanti di noi si danno il permesso di farlo? Chi toglie tempo alle attività della vita solo per aspettare qualcosa che potrebbe anche non arrivare?


 "Se non accade nulla, non sentirti frustrato. È salutare anche sedere per un'ora senza che accada nulla, é rilassante. Ti calma, diventi silenzioso, più centrato, più radicato nell'esistenza. Allora la meditazione accadrà sempre più spesso e piano piano sorgerà un'intesa tra te e lo stato meditativo; perché se tu l'aspetti ogni giorno alla stessa ora e nella stessa stanza, verrà sempre più spesso." Anche quando pensiamo che non stia accadendo niente dentro di noi, spesso in realtà non é cosi; la verità é che parliamo di movimenti così sottili che la nostra sensibilità spesso non riesce a cogliere. Quindi, anche quando sembra che niente stia accadendo e che forse stiamo solo perdendo tempo prezioso, é proprio in quel momento che dovremmo persistere nell'aspettare. 
È molto importante creare un'abitudine, una routine legata a questa pratica, meditando sempre alla stessa ora e nello stesso posto. Questo facilita il contatto e stabilisce il giusto ritmo di lavoro. Ovviamente sempre nei limiti del possibile ed evitando inutili rigidità o fanatismi comportamentali!
 "La meditazione non é qualcosa che proviene dall'esterno, viene dal tuo centro più profondo. E ricorda che l'incontro é molto più probabile se la tua consapevolezza interiore sa di essere in attesa della tua consapevolezza esterna". Quindi la meditazione non é qualcosa che "si fa" ma é uno stato dell'Essere che si incontra, prima sporadicamente, poi sempre più spesso. Non si limita a quell'oretta di pratica al giorno ma col tempo diviene uno stato di coscienza perenne, che perdura per tutto il giorno, per tutta la vita, provando così che il contatto tra personalità e anima é, non solo avvenuto, ma anche stabilizzato.
 Dobbiamo anche ricordare che la meditazione spesso viene sottovalutata nei suoi effetti; la si ritiene una pratica di rilassamento ma non é così. È una tecnica molto potente che può anche comportare dei rischi. Senza voler spaventare o scoraggiare nessuno, elenchiamo le raccomandazioni che il maestro Tibetano fa a tutti i neofiti che si avvicinano alla pratica meditativa: 1.Conosci te stesso
 2.procedi lentamente e con cautela 
3.studia gli effetti della pratica sui tuoi corpi 4.Sappi che l'eternità é il tuo tempo a disposizione e che i traguardi raggiunti lentamente durano per sempre
 5.Mira alla regolarità 
6.Gli effetti riscontrati devono sempre essere applicati alla vita quotidiana
 7.I fenomeni psichici (si allude a tutti quei fenomeni "paranormali" che a volte scaturiscono dalla meditazione) non sono indice di progresso. Possono esserci o meno. Ma i veri progressi sono ad altri livelli. Saranno manifestati praticamente nella vita e il mondo esterno ne sarà il giudice. 
Capite quindi di quale cosa complessa stiamo parlando?
 Dalla mia piccola esperienza personale, voglio concludere dicendo che se non sentite l'esigenza di meditare, non fatelo. Anche se in certi ambienti si dice che vada fatto. Anche se molti pensano che fare meditazione sia "spiritualmente figo"! 
Se invece, ve ne sentite attratti, iniziate, con tutta la calma possibile e senza aspettarvi nessun risultato. State pure certi che le sorprese non mancheranno, ma tutto al momento giusto.

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